Michael mio, recensione



Michael mio

Amos Oz in questo romanzo dà voce a una donna che si sente intrappolata nel suo matrimonio, senza sapersi dare una reale spiegazione.
È legata al marito che stima e apprezza, ma sente crescere la distanza tra loro.
Lei abbandona le sue ambizioni per dare spazio esclusivamente a quelle del marito.
Per questo incombe sulla donna una profonda e silente depressione. A volte odia la calma e la pacatezza del marito, il suo essere accondiscendente e servizievole, trovandolo arido e noioso.
Vittima di questa altalena di sensazioni contrastanti, cerca di rifugiarsi in un' illusione di normalità, fatta di un precario equilibrio che al momento opportuno manifesta la sua instabilità.
In quei momenti è sopraffatta da incubi fatti di ricordi e fantasie, complice lo scenario di una Gerusalemme altrettanto instabile, intrappolata in un'eterna posizione di conflitto.
Proprio come Hannah.

Commenti