"Mai via da te", incipit
All’improvviso, il silenzio fu rotto dal suono del telefono.
Nel mio dormiveglia quel suono apparve molto confuso,
tanto da non essere decifrato completamente.
Era un venerdì, ma non uno qualunque; era il venerdì che
anticipava i bagordi del Ferragosto.
Ebbene, quel venerdì 12 agosto, ero stanchissima e andai
a letto alle nove e mezza, crollando come un sasso.
Per me, quella telefonata sembrava arrivata nel cuore
della notte, mentre erano soltanto da poco passate le undici.
Si sa che non c’è da aspettarsi niente di buono da quel
tipo di chiamate, quelle che giungono ad orari inopportuni.
Per non parlare delle sensazioni più funeste che sono capaci
di evocare.
Aggiungiamoci anche, che per natura sono tendenzialmente
ansiosa. Bingo!!!
Inspiegabilmente, infatti, il mio stomaco, all’unisono con
il mio intestino, sembrava aggrovigliarsi e più mi avvicinavo
a Sergio, che era andato a rispondere, più il groviglio si
intensificava, chiamando a partecipare alla danza anche
fegato, pancreas e reni. Un subbuglio nelle viscere insomma.
Ascoltando parte della conversazione e scrutando il suo
viso, percepii tutta l’ondata di dolore che si stava per abbattere
su tutti noi.
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