L’ultimo Addio di Virginia Woolf

 


L’ultimo Addio di Virginia Woolf: Un Testamento di Amore e Dolore

Il 26 marzo 1941, il mondo letterario perdeva una delle sue voci più innovative e profonde: Virginia Woolf. Ma prima di abbandonare la vita, la celebre scrittrice lasciò due lettere d'addio, una indirizzata alla sorella Vanessa Bell e l'altra, più toccante e intima, al suo amato marito, Leonard Woolf. Questa missiva, ritrovata sul caminetto della loro casa nel Sussex, è un documento straziante che rivela la lotta interiore di un'anima tormentata e, al contempo, la profondità di un amore che nemmeno l'ombra della follia riuscì a oscurare completamente.

La lettera a Leonard è un grido silenzioso di dolore, una confessione della sua incapacità di continuare a combattere contro i demoni che la perseguitavano. Virginia descrive con lucidità il ritorno della malattia mentale, quella "terribile voce" che la tormentava e che sentiva di non poter più affrontare. Nonostante il profondo affetto per il marito, la scrittrice percepiva la sua sofferenza come un peso insopportabile per lui, un fardello che non voleva più infliggergli.

Le sue parole trasudano un senso di rassegnazione, ma anche un profondo amore e gratitudine per il sostegno incondizionato che Leonard le aveva sempre offerto. "Sento per certo che sto impazzendo di nuovo," scrive, "Sento che non possiamo attraversare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire le voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che mi sembra la cosa migliore da fare."

Lungi dall'essere un gesto di egoismo, la decisione di Virginia appare, nella sua tragicità, come un ultimo atto d'amore verso Leonard. Consapevole del dolore che la sua morte gli avrebbe causato, ella esprime la convinzione che la sua scomparsa avrebbe posto fine alla sofferenza di entrambi. "Tu mi hai dato la massima felicità possibile," riconosce, "Se qualcuno potesse salvarmi saresti stato tu."

La lettera è intrisa di un'ammirazione profonda per la forza e la pazienza di Leonard nel fronteggiare le sue crisi. "Seppi fin dal primo momento cosa provavo per te," confessa, "Ho avuto la sensazione che tu fossi molto buono con me e ci credetti." Queste parole rivelano un legame indissolubile, costruito sulla fiducia e sulla comprensione reciproca, che aveva rappresentato un faro nella sua esistenza tormentata.

La "terribile voce" a cui Virginia fa riferimento è la manifestazione più angosciante della sua malattia mentale, un male che l'aveva accompagnata per gran parte della sua vita, alternando periodi di lucidità creativa a profonde fasi depressive. La paura di ricadere in un abisso di oscurità e la consapevolezza della sua fragilità la spinsero a compiere l'estremo gesto.

Nella lettera, non traspare solo la disperazione, ma anche una lucidità dolorosa nel riconoscere i propri limiti e la propria incapacità di guarire. Questa consapevolezza rende il suo addio ancora più straziante, un epilogo tragico per una mente brillante e sensibile.

Nonostante il dolore lancinante che traspare dalle sue parole, la lettera di Virginia Woolf a Leonard è anche un potente testamento di un amore profondo e duraturo. Ella riconosce il ruolo fondamentale che il marito ha avuto nella sua vita, offrendole un rifugio sicuro e un sostegno incrollabile. Le sue ultime parole sono un'espressione di gratitudine e un'assicurazione che il loro legame trascende la morte: "Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi."

La lettera si conclude con un'invocazione al perdono e un ultimo, tenero addio: "Ho combattuto contro di te per troppo tempo. So che ti rovinerò la vita, che senza di me potresti lavorare. E lo farai, lo so. Vedi che non riesco nemmeno a scrivere questo correttamente. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno.”

L'addio di Virginia Woolf a Leonard è un documento commovente e tragico, un'eco del tormento interiore di una grande artista e, al contempo, una testimonianza della forza di un amore che ha cercato, invano, di arginare l'onda oscura della follia. La sua lettera rimane una lettura dolorosa ma necessaria, un monito sulla fragilità della mente umana e sulla preziosità dei legami affettivi.

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