La letteratura gotica, con le sue atmosfere cupe, i castelli in rovina e i segreti sepolti, continua a esercitare un fascino inquietante a distanza di secoli. Opere seminali come Dracula di Bram Stoker, Lo strano caso del dott. Jekyll e mr. Hyde di Robert Louis Stevenson, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde e Frankenstein di Mary Shelley non sono semplici racconti di orrore; esse scavano nelle profondità dell'animo umano, esplorando la perversione come una mostruosità innaturale e instillando una paura viscerale, la stessa che, paradossalmente, ci attrae nel moderno cinema horror.
Al centro di questi capolavori gotici si staglia la figura del mostro. Che sia un vampiro assetato di sangue, un doppio malvagio celato dietro una facciata rispettabile, un ritratto che assorbe le nefandezze del suo proprietario o una creatura assemblata da resti umani, il mostro gotico non è semplicemente un'aberrazione fisica. Esso incarna una perversione naturale, una deviazione dall'ordine costituito, una manifestazione tangibile delle oscure pulsioni che albergano nell'essere umano.
In Dracula, il conte transilvano non è solo un predatore soprannaturale, ma un simbolo di un'antica e corrotta aristocrazia, una forza che minaccia la moralità e la purezza della società vittoriana. La sua sete di sangue e la sua capacità di corrompere gli altri riflettono una degenerazione interiore, una perversione della vita stessa. Allo stesso modo, il brutale Mr. Hyde in Lo strano caso del dott. Jekyll e mr. Hyde non è altro che la personificazione delle pulsioni più recondite e inaccettabili del rispettabile dottore. La sua esistenza stessa è una perversione dell'integrità umana, una scissione che rivela la fragilità della moralità.
Il ritratto di Dorian Gray esplora una forma di perversione più sottile ma non meno inquietante. Il desiderio di eterna giovinezza e la delega della propria coscienza a un oggetto inanimato conducono Dorian a una spirale di depravazione morale. Il ritratto, che invecchia e si deforma in sua vece, diviene l'emblema visivo della sua anima corrotta, una mostruosità interiore che si manifesta esternamente in modo orribile. Infine, la creatura di Frankenstein, pur nascendo senza malizia, viene respinta e perseguitata a causa del suo aspetto innaturale. La sua esistenza stessa è vista come una perversione delle leggi della natura, e la sua successiva sete di vendetta è una tragica conseguenza dell'odio e del rifiuto.
In tutte queste opere, la presenza del mostro genera una palpabile paura in agguato. Non è solo il terrore improvviso, lo spavento momentaneo, ma una sensazione costante di minaccia, un'ombra incombente che pervade l'atmosfera. L'ignoto, il nascosto, il potenziale orrore che si cela dietro l'apparenza alimentano una suspense che tiene il lettore con il fiato sospeso. I lunghi corridoi oscuri, i rumori inquietanti nella notte, i segreti celati nelle stanze proibite contribuiscono a creare un senso di imminente pericolo, una consapevolezza che il male è in agguato, pronto a manifestarsi.
È proprio questa capacità di evocare una paura profonda e persistente che ha reso la letteratura gotica così influente, tanto da permeare anche il cinema horror contemporaneo. Amiamo avere paura, e il cinema horror sfrutta abilmente le stesse dinamiche che rendono i romanzi gotici così avvincenti. I mostri moderni, siano essi serial killer psicopatici, entità soprannaturali o creature aliene, spesso riflettono le nostre paure più recondite e le perversioni della società contemporanea. La suspense, costruita attraverso l'attesa e la graduale rivelazione dell'orrore, continua a tenerci incollati allo schermo, in un macabro gioco di emozioni.
La letteratura gotica, dunque, non è solo un genere letterario del passato. Essa ha gettato le basi per un immaginario orrorifico che continua a influenzare la nostra cultura. Attraverso la figura del mostro, specchio delle nostre oscurità interiori, e attraverso la sapiente costruzione della suspense e della paura, questi classici ci ricordano la fragilità del confine tra normalità e perversione, e l'inquietante fascino che l'abisso può esercitare sulla nostra psiche. La paura, in fondo, è un'emozione potente, e la letteratura gotica e il cinema horror ci offrono la possibilità di esplorarla in un contesto sicuro, svelandoci, forse, qualcosa di inaspettato sulla nostra stessa natura.
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