In un piccolo villaggio avvolto dalla nebbia, ai margini di un’antica foresta, viveva il vecchio alchimista Maelric. Era un uomo saggio, con una lunga barba argentata e occhi che brillavano come stelle.
Maelric era considerato il punto di riferimento da tutti gli abitanti del villaggio e anche oltre, visto che la sua perizia in fatto di erbe e medicamenti aveva ormai varcato i confini del paese. Da anni studiava con passione le erbe, i minerali, e tutto ciò che riguardasse la scienza della terra. In più aveva imparato ad applicare le sue conoscenze per migliorare la vita degli uomini.
Tutti si rivolgevano a lui per qualsiasi problema; sapevano che il buon vecchio Maelric avrebbe avuto un rimedio adatto a risolverlo. Visto che le richieste della gente si moltiplicavano, quasi come i suoi anni, decise di prendere con sé un giovane aiutante volenteroso e desideroso di ampliare le proprie conoscenze; infatti non solo il giovane sarebbe stato un valido aiuto per il vecchio alchimista, ma avrebbe appreso da lui tutti i segreti in suo possesso. Maelric sapeva bene che la conoscenza va condivisa e tramandata.
La scelta cadde su Elias, un ragazzo sveglio e curioso quanto basta, che entusiasta, accettò subito la proposta del Maestro, come lo chiamò da quel momento in avanti.
Entrambi avevano trovato ciò che desideravano nell’altro: Maelric, chi potesse offrirgli aiuto e allo stesso tempo raccogliere la sua eredità di sapiente; Elias, qualcuno che gli elargisse tutto lo scibile in suo possesso, rendendolo a sua volta un uomo erudito degno di rispetto.
Così, quel sodalizio si fortificò negli anni, dando ottimi risultati; Elias era diventato un fedele seguace del suo Maestro, che idolatrava e serviva con ammirazione. Anche Maelric era molto contento del suo giovane apprendista, che mostrava doti di sagacia e intelligenza al di sopra della norma: aveva trovato l’allievo giusto che potesse recepire, utilizzare e tramandare le sue conoscenze nel modo giusto.
I due passavano gran parte della giornata insieme, nel laboratorio del vecchio Maelric; aveva costruito quel laboratorio dietro la casa in cui abitava e non aveva mai permesso a nessuno di metterci piede, fatta eccezione per il suo prezioso assistente, che in questo modo poteva attingere a piene mani alla scienza contenuta in quel magico luogo, consultando gli innumerevoli volumi della biblioteca adiacente.
Il complesso delle conoscenze pratiche e teoriche, filosofiche ed esoteriche, farmaceutiche e metallurgiche, in possesso d Maelric, pian piano avrebbe arricchito anche la mente dello smanioso Elias, che doveva solo imparare a dominare una sua deplorevole tendenza: la sete di potere.
Il vecchio saggio si era accorto della bramosia del giovane verso i poteri che potessero renderlo ricco o importante, ma confidava nel buon senso di Elias, del quale non aveva mai dubitato.
In una delle tante sere che trascorrevano insieme infatti, il giovane apprendista, che come sempre sedeva accanto al tavolo su cui trafficava il suo Maestro, manifestò tutta la sua curiosità e impazienza nell’apprendere i segreti della magia e dell’alchimia. Fece domande strane, che il vecchio finse di non sentire, ignorandolo; la sua scusa fu che era troppo concentrato in un esperimento per poterlo ascoltare, e che se lo avesse fatto, si sarebbe distratto e non avrebbe portato a termine il procedimento nel modo corretto.
Una notte, Maelric mise un calderone sul fuoco e iniziò a mescolare ingredienti misteriosi. Elias, ansioso di dimostrare il proprio valore, chiese stavolta:
«Maestro, qual è il segreto più grande dell’alchimia? L’elisir di lunga vita? La pietra filosofale?»
Maelric sorrise e, sapendo quali fossero gli intenti del ragazzo sottesi a quella domanda, rispose:
«Queste sono solo leggende, mio caro Elias. Il vero segreto dell’alchimia è qualcosa di più semplice e potente. Ma devi scoprirlo da solo. Non si insegna, si apprende con l’esperienza e il ragionamento. Puoi farcela, non so quanto ci metterai, ma sono sicuro che prima o poi tutto ti sarà chiaro.»
Elias passò giorni e notti a studiare, cercando di decifrare vecchi tomi e sperimentare con pozioni e formule. Ogni volta, però, Maelric scuoteva la testa e diceva:
«Non ancora, sei fuori strada. Continua a cercare.»
Una sera, esausto e frustrato, Elias si sedette accanto al fuoco e osservò il suo maestro preparare una medicina per un contadino malato. Guardò le mani di Maelric lavorare con cura, scegliendo gli ingredienti con attenzione e dosandoli con amore. In quel momento, Elias ebbe un’illuminazione e comprese.
«Maestro," disse, «il vero segreto dell’alchimia non è trasformare il piombo in oro o trovare l’immortalità, ma usare la conoscenza per aiutare gli altri.»
Maelric sorrise, con occhi colmi di orgoglio. Il suo allievo era arrivato alla soluzione in meno tempo di quel che aveva previsto.
«Hai capito, Elias. La vera magia non è nei segreti nascosti, ma nel bene che possiamo fare con ciò che sappiamo.»
E da quel giorno, Elias non cercò più formule per arricchirsi o ottenere potere, ma si dedicò a guarire, insegnare e illuminare chi ne aveva bisogno, proprio come aveva appreso dal suo straordinario mentore. La vera saggezza non sta nel possedere grandi poteri, ma nel saperli usare per fare del bene.
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