Franca Viola è diventata un simbolo dell'emancipazione femminile in Italia negli anni ’60. Nata ad Alcamo, in Sicilia, nel 1948, a soli 15 anni si fidanzò con Filippo Melodia, un giovane legato alla mafia. Dopo che il padre di Franca, Bernardo, sciolse il fidanzamento per via dei precedenti penali del ragazzo, Franca fu vittima di un terribile atto: il 26 dicembre 1965 Filippo Melodia, insieme a un gruppo di complici, la rapì e la violentò ripetutamente, tenendola prigioniera per otto giorni.
Nella cultura siciliana dell’epoca, una ragazza “disonorata” (che aveva perso la propria virginità fuori dal matrimonio) doveva sposare il suo aggressore per “riparare” l’onore della famiglia. Franca Viola, però, rifiutò con decisione il cosiddetto “matrimonio riparatore” e decise di portare il caso in tribunale.
Con il sostegno del padre e della famiglia, si fece valere contro una tradizione arcaica, contribuendo a cambiare il modo di vedere la violenza sessuale in Italia. Il processo, che ebbe luogo nel 1966, portò alla condanna di Filippo Melodia a 11 anni di carcere (successivamente ridotti a 10 anni). Nel 1968 Franca sposò Giuseppe Ruisi, un amico d'infanzia, e da allora la sua vicenda è divenuta un punto di riferimento nella lotta per i diritti delle donne in Italia. L’episodio, che ispirò anche film e libri, ha avuto un forte impatto sulla società italiana e ha contribuito, col tempo, alla revisione di alcune norme del codice penale, fino alla completa abolizione del “matrimonio riparatore” nel 1981.
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