Aspasia di Mileto (circa 470 a.C. – circa 400 a.C.) è una figura affascinante e misteriosa dell’antica Grecia, conosciuta soprattutto per il suo legame con Pericle, il grande statista ateniese. Nonostante fosse una donna e straniera in una società fortemente patriarcale, Aspasia esercitò una notevole influenza culturale e politica ad Atene.
Aspasia nacque a Mileto, una città ionica dell’Asia Minore (oggi in Turchia). Si trasferì ad Atene, dove divenne nota come etera, ovvero una donna colta e raffinata che poteva partecipare alla vita intellettuale della città, al contrario delle mogli ateniesi, relegate alla sfera domestica.
Divenne la compagna di Pericle, e secondo alcune fonti, i due vissero insieme come marito e moglie, anche se legalmente non si sposarono. Ebbero un figlio, Pericle il Giovane. La loro relazione suscitò scandalo e curiosità, tanto che Aspasia fu spesso bersaglio delle commedie dell’epoca, che la rappresentavano come una donna astuta e manipolatrice.
Aspasia fu ammirata per la sua eloquenza e la sua intelligenza. Si dice che frequentasse e tenesse salotti culturali con i maggiori pensatori dell’epoca, tra cui Socrate. Alcuni storici antichi, come Plutarco, affermano che Pericle fosse influenzato dai suoi consigli anche in campo politico.
Alcune fonti menzionano un'accusa formale mossa contro Aspasia per "empietà" e per "corrompere i giovani". Si dice che Pericle in persona la difese con passione in tribunale, ottenendo la sua assoluzione. La natura esatta di queste accuse non è chiara, ma potrebbero essere state legate alla sua cerchia intellettuale e alle sue idee considerate non convenzionali per l'epoca.
Aspasia è una figura controversa: spesso ricordata più per il suo fascino e la sua relazione con Pericle che per i suoi meriti intellettuali. Tuttavia, negli studi più moderni è sempre più considerata come una donna colta e indipendente che sfidò i limiti imposti alle donne nella Grecia antica.
Aspasia è stata oggetto di interpretazione e riflessione in diverse opere filosofiche e letterarie, sia nell’antichità che in epoche successive. Ecco alcuni esempi significativi:
Platone
Nel Menesseno, un dialogo breve e spesso considerato satirico, Platone presenta Aspasia come maestra di retorica e persino autrice di discorsi funebri per conto di Pericle. Socrate, parlando ironicamente, sostiene che sia stata lei a insegnargli l’arte oratoria. Questo può essere letto come una presa in giro, ma anche come un riconoscimento della sua fama come intellettuale.
Commediografi antichi
Aspasia fu spesso presa di mira dai comici dell’epoca, come Aristofane e Cratino, che la dipingevano come una donna influente, seduttrice e a volte corruttrice, colpevole (scherzosamente) persino di aver causato la guerra del Peloponneso. Queste caricature, seppur offensive, confermano quanto fosse conosciuta e discussa pubblicamente.
Plutarco
Nel suo Vita di Pericle, Plutarco dedica ampio spazio ad Aspasia, presentandola come una donna straordinaria, capace di attrarre filosofi e pensatori. Sottolinea la sua intelligenza, la sua abilità oratoria e l’influenza che esercitava su Pericle.
Epoche successive
Durante il Rinascimento e l’età moderna, Aspasia divenne un simbolo di donna colta e libera. Filosofi e scrittori l’hanno rivalutata come esempio di emancipazione femminile in un contesto ostile. Alcuni l’hanno paragonata a figure come Ipazia di Alessandria o Madame de Staël, donne che hanno segnato la storia del pensiero pur in ambienti dominati dagli uomini.
Aspasia oggi
Nel pensiero contemporaneo, Aspasia è spesso studiata nell’ambito della filosofia femminista e della storia delle donne. È vista come un esempio precoce di autonomia intellettuale e come figura capace di rompere gli schemi tradizionali della sua epoca.
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