Giovanni sorseggiava il solito cappuccino, seduto al tavolino del solito bar, mentre cercava di sbirciare le principali notizie sul solito giornale,
Tutto sembrava sempre uguale e scontato nella sua vita da pensionato; era andato in pensione da meno di un anno, ma sembrava già un secolo per lui, che aveva vissuto unicamente per il suo lavoro. Non si era creato una famiglia, una rete di affetti, e quei pochi rimasti li aveva allontanati col suo modo di fare, poco attento agli altri e sempre concentrato sui suoi impegni professionali. Era diventato un burbero professore di matematica a riposo, solo, senza amici o parenti che lo potessero dare conforto. In passato il conforto credeva di averlo trovato nei suoi studi e nei libri, nell’insegnamento che svolgeva con passione, sentendosi invincibile, bastevole a sé stesso, senza il bisogno di qualcuno nella sua vita. Aveva i colleghi e gli studenti, rapporti che lo appagavano e che riusciva a gestire in maniera soddisfacente.
Ma in quella caffetteria sapeva che tutto quello che aveva non esisteva più, i giorni passavano pigri e indolenti, senza nessuno con cui scambiare due parole. I gesti abitudinari si susseguivano in un vortice senza senso che lo stava risucchiando, Era colpa sua se ora si ritrovava in quella condizione di solitudine.
Aveva capito che avere persone al proprio fianco non è segno di debolezza o di bisogno; significa condividere gioie e dolori, che da soli le prime non saranno così entusiasmanti, e i secondi saranno ancor più devastanti.
Quel giorno, però, qualcosa di diverso accadde. Una donna, con un'aria smarrita, si avvicinò al suo tavolo, chiedendogli indicazioni per una strada che guarda caso Giovanni conosceva bene. L'incontro durò pochi minuti, ma lo sguardo della donna, i suoi occhi verdi e la sua voce gentile, lasciarono un'impressione indelebile in Giovanni.
Quella donna così affascinante, aveva scelto di chiedere aiuto proprio a lui tra tutti i clienti del bar, lui che raramente era stato di aiuto a qualcuno al di fuori del suo lavoro.
Per i suoi studenti era sempre disponibile, con i suoi colleghi cordiale e accomodante, con il preside poi, ossequioso è dire poco. Ma varcato il cortile della scuola, un liceo scientifico, diventava sordo a ogni richiamo. La sua dose di vitalità si era consumate tra le aule e i corridoi dell’istituto.
Avrebbe rimediato adesso che aveva avuto il tempo di riflettere sui suoi anni sprecati?
Lo sguardo di quella donna che si era persa e andava cercando aiuto, lo aveva davvero scosso dal suo torpore?
Si alzò e andò a pagare il conto; aveva deciso di seguirla per chiederle se avesse bisogno di altro e intanto scoprire chi fosse.
La donna sulle prime si allarmò un poco, ma poi si rese conto che si trattava solo di un uomo solo in cerca di compagnia e desideroso di parlare con qualcuno. Anzi, per dirla tutta, dopo la fase di perplessità, fu quasi intenerita dall’approccio di Giovanni.
Gli raccontò che si era da poco trasferita in quella cittadina, per questo conosceva poco le strade: quella mattina aveva un appuntamento presso la scuola di musica del centro ed era già in ritardo, per questo aveva quell’aria smarrita e turbata. Non voleva fare brutte figure la prima volta che si presentava al direttore.
I due si presentarono: Giovanni le disse che era un docente in pensione e Simona, questo era il suo nome, gli disse che una violinista anch’ella a riposo, ma in quella scuola avevano cercato la sua collaborazione come insegnante. Le era sembrata una buona occasione, e non avendo particolari legami, aveva deciso di trasferirsi e accettare l’offerta. Queste parole per Giovanni in un certo senso erano fonte di incoraggiamento: “è sola come me”, pensò, “gradirà le attenzioni di un amico”.
Così i due iniziarono a frequentarsi. Scoprirono di avere molte cose in comune, dalla passione per la musica, hobbie di Giovanni fin da ragazzo era suonare la chitarra, all'amore per la natura. Giovanni con lei si sentiva vivo come non lo era da anni. Simona, a sua volta, aveva trovato in Giovanni un ascoltatore attento e un amico sincero. La loro amicizia si rafforzava giorno dopo giorno.
Lui la andava a prendere spesso quando aveva terminato le sue lezioni di musica, e qualche volta assisteva anche a qualcuna di queste. Rimaneva incantato nel vedere Simona che insegnava con tanta dolcezza; lui era stato un ottimo insegnante, ma anche tanto severo ed esigente, a detta dei suoi alunni. Ma forse la musica ha regole che lo studio della matematica non contempla. L’attrazione per quella donna, che un giorno per caso aveva fatto irruzione nel tranquillo bar, dove aveva interrotto il rito del caffè che prendeva sempre al solito orario, aumentava in lui, che non sapeva proprio come dichiararsi, anche se smaniava dalla voglia di esternarle tutto il suo sentimento.
Un giorno, Simona confidò a Giovanni il suo sogno: aprire una scuola di musica tutta sua, per bambini disagiati che non potevano permettersi di pagare grosse cifre, come avveniva nella generalità dei casi. Non trovava giusto che una cosa così bella come la musica, potesse essere appannaggio solo di appartenenti a un ceto medio; anche l’inclinazione musicale di un bambino povero, doveva essere incoraggiata e sostenuta in qualche modo.
Giovanni, colpito dal suo progetto, decise di aiutarla. Utilizzando i vecchi contatti e le capacità organizzative che possedeva, riuscì a trovare una sede e a raccogliere i fondi necessari per avviare la scuola. Coinvolse le istituzioni, le associazioni di volontariato della zona, e anche molte aziende private per ottenere finanziamenti liberali per quella iniziativa con una grossa valenza solidale.
La scuola di musica di Simona divenne un successo. I bambini, grazie alla musica, trovarono un modo per esprimersi e per superare le loro difficoltà. Il sogno di Simona di rendere la musica accessibile anche a coloro che non hanno grandi risorse, affinché tutti possano godere dei suoi benefici, si era realizzato. Giovanni, vedendo la felicità di Simona e dei bambini, sentì di aver ritrovato uno scopo. Era felice: capì che costruire qualcosa di importante e poterlo condividere con qualcuno, era il segreto per una vita appagante e serena.
L'amicizia tra Giovanni e Simona si trasformò in amore. Un amore maturo, basato sulla stima e sul reciproco sostegno. Giovanni, seppure fosse un po’ là con gli anni, aveva trovato in Simona la donna della sua vita, la donna che aveva saputo risvegliare la sua anima, e con la quale desiderava trascorrere tutto il resto del tempo.
Così trovò il coraggio e il momento adatto per farle la proposta, lui che non era di primo pelo ma neanche abituato a queste esternazioni; lei naturalmente accettò con entusiasmo, Giovanni era un compagno affettuoso e attento, doti che con Simona aveva saputo ritrovare. Si sposarono e continuarono a dedicarsi alla scuola di musica. La loro vita era piena di gioia e di soddisfazioni. Giovanni aveva compreso che quel giorno al caffè, quel momento apparentemente insignificante, aveva cambiato per sempre la sua vita. Un attimo che aveva dato un nuovo senso al suo destino.
Cinzia Perrone
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