Alle fronde dei salici

 




Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici



E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore,

fra i morti abbandonati nelle piazze

sull’erba dura di ghiaccio, al lamento

d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero

della madre che andava incontro al figlio

crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento.



La poesia "Alle fronde dei salici" di Salvatore Quasimodo è un'opera che riflette il profondo dolore e il senso di impotenza vissuti durante la Seconda Guerra Mondiale. Scritta nel contesto di un'Italia lacerata dal conflitto e dall'occupazione, il componimento esprime la difficoltà di trovare spazio per l'arte e la bellezza in un tempo di sofferenza e distruzione.

Quasimodo scrisse questa poesia durante un periodo di grande tumulto e tragedia. L'occupazione straniera e la guerra avevano lasciato una scia di morte e devastazione, evidente nei versi che evocano immagini di corpi abbandonati e il lamento disperato delle famiglie.

L'impotenza dell'Arte: La poesia si apre con una domanda retorica che evidenzia l'impossibilità di cantare, o di creare arte, quando si è oppressi da forze esterne e da un dolore così intenso. Il "piede straniero sopra il cuore" simboleggia un'oppressione che schiaccia l'animo umano e la sua capacità creativa.

Il Dolore e la Perdita: Le immagini dei "morti abbandonati nelle piazze" e il "lamento d’agnello dei fanciulli" creano un senso di disperazione. Quasimodo riesce a trasmettere un quadro vivido di sofferenza umana, amplificato dall'urlo di una madre che piange il figlio perduto.

La Rinuncia e il Silenzio: Il riferimento alle "cetre appese" alle fronde dei salici rappresenta un voto di silenzio, una scelta obbligata di rinuncia alla musica e alla poesia in un momento in cui queste sembrano vane e inadeguate di fronte alla tragedia.

Il salice, tradizionalmente associato al pianto e al lutto, diventa un simbolo potentemente evocativo in questa poesia. Le cetre appese ai suoi rami suggeriscono un'immagine di sospensione e rinuncia, un atto di rispetto verso il dolore collettivo e una testimonianza della gravità del momento.

"Alle fronde dei salici" è una poesia che ci invita a riflettere sull'inadeguatezza dell'arte di fronte alle tragedie umane, ma al tempo stesso, essa stessa diventa un atto artistico di denuncia e memoria. Quasimodo ci ricorda che, anche quando la speranza sembra perduta, la poesia può conservare la memoria del dolore e la dignità di chi ha sofferto. In questo modo, l'opera non è solo un grido di dolore, ma anche un richiamo alla resistenza e alla testimonianza.

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