L’ ultimo film di Ferzan Ozpetek con un strabiliante cast tutto al femminile, pochi uomini nel film e tutti con ruoli marginali, conquista ancora una volta il suo pubblico.
Un film corale, ambientato in una sartoria romana di fine anni settanta.
Un film omaggio all’ universo femminile e al cinema insieme, non per niente Ozpetek ha dedicato questa pellicola a Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti, tre grandi attrici scomparse con le quali il regista di sicuro avrebbe voluto lavorare.
Il film si apre e si chiude con una grande tavolata, simbolo di convivialità e complicità, emblematica nella produzione del regista.
Come presenti sono alcuni temi ricorrenti nei suoi film, come gli amori non consumati o l’ amore che non ha bisogno di “vedersi”.
La storia di Diamanti è ambientata in una sartoria specializzata in costumi per il cinema e il teatro, che riceve un’importante commissione da una costumista premio Oscar. Poi si sviluppa e comincia a raccontare le vicende delle tante donne che gravitano attorno a questo laboratorio.
Prime fra tutte Alberta e Gabriella Canova, le due sorelle che gestiscono la sartoria, interpretate in modo egregio rispettivamente da Luisa Ranieri e da Jasmine Trinca.
Un microcosmo tutto al femminile del quale fanno parte la capo sarta Nina, che ha un figlio hikikomori ante litteram, la ricamatrice Eleonora, vedova con una tresca con lil giovane assistente Ennio e con una nipote ribelle e talentuosa, Beatrice, la tingitrice Carlotta, la modista Paolina con un figlio piccolo che si nasconde nella stanza dei bottoni, le sarte Nicoletta, malmenata picchiata dal marito Bruno, e Fausta, single ironica e “allupata”, più l’ultima arrivata, la giovane stagista Giuseppina. La cuoca del palazzo che ospita la sartoria è l’ex ballerina Silvana che ha una parola di conforto, e un pasto abbondante, per tutti.
Poi ci sono Alida, la regina del teatro, e Sofia, la nuova promessa del cinema Sofia, che non devono assolutamente incrociarsi. Vicino ad Alberta e Gabriella c’è la zia Olga, sorella di una madre scomparsa troppo presto ma ancora ben viva nei cuori delle figlie, come lo è la mamma di Ferzan Ozpetek nel suo, che appare per magia nel finale, regalando un’ ennesima commozione.
Personalmente la scena che più mi ha emozionato, è stata quella dell’ abbraccio tra le due sorelle, con dietro un murales suggestivo che non è lì a caso.
Consiglio questo film, non solo per la sua qualità artistica (fotografia, scenografia, regia, interpretazione), ma soprattutto per l’intensità dei sentimenti di queste donne, che sanno essere unite e solidali, anche dopo litigi e incomprensioni. Storie emozionanti che ci offrono una grande lezione di vita.
Solo degli esperti estimatori sono in grado di valutare e valorizzare i diamanti, e Ferzan Ozpetek ha dimostrato ancora una volta di esserlo. I diamanti non sono i nostri migliori amici, i diamanti siamo noi, preziose e con mille sfaccettature, ognuna unica e straordinaria. Dure e fragili insieme. Per sempre.
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