Foulard di seta

 





Ricordo ancora il momento preciso in cui entrai a far parte della tua vita, in quella stradina di Parigi, quando il tuo sguardo dolce e sorridente si posò su di me, notandomi tra una moltitudine di colori e confusione.

Eri con lui, che ti sosteneva tenendoti stretta sotto il suo braccio forte e sicuro. Quella sicurezza e quell’affetto tu lo sentivi, si vedeva trasparire dal tuo viso sereno e dai tuoi occhi vividi, che guardavano quell’uomo con entusiasmo e trasporto, quasi lo stesso trasporto che provasti per me.

Com’eri bella Blanca, piena di gioia, solare. E adesso invece? Sei spenta, opaca, come me che ti sono rimasto accanto in tutti questi anni. Siamo diventati sdruciti insieme Blanca, tu e io. Quasi non mi riconosco.

Anch’io come te ho perso il mio brio, la mia lucentezza, quella che mi rese così speciale ai tuoi occhi, così tanto che non potesti fare a meno di prendermi con te. Lui, pieno d’amore e propenso a esaudire ogni tuo capriccio, acconsentì a quel tuo desiderio.

Chi poteva immaginare che un giorno l’avrebbe fatta pagare a entrambi.

Era così amorevole verso di te, così romantico. Ti aveva portata a Parigi per passare quello che sarebbe stato il primo di una lunga serie di fine settimana all’insegna della dolcezza e della passione.

Io lo so, io c’ero. Vi ho visti in tutti questi anni. Siete stati felici e innamorati Blanca. Felipe era l’uomo perfetto per te, anch’io me ne compiacevo mentre ti ero sempre vicino. Da quel giorno a Parigi non mi hai mai abbandonato o dimenticato, o rimpiazzato con qualcosa di nuovo o diverso. Chissà, forse perché ti ricordavo proprio lui e quei giorni in cui iniziavi ad assaporare il miele dell’amore.

Che ne potevi sapere tu, piccola mia, che a volte dietro il sapore dolce del miele si nasconde quello amaro del fiele; ma il tuo era un amaro insopportabile, che non può essere compensato da alcuna dolcezza, anche se tu ci hai ostinatamente provato, ragazza mia.

Ora quell’uomo ci ha inzozzato, il suo odio e la sua rabbia non hanno avuto riguardo per nessuno di noi due, cara. La sua furia non ha risparmiato nulla e in un attimo è riuscito a cancellare dalla tua mente ogni ricordo che potesse ammorbidire la visione di quel mostro d’ira che ormai da tempo è diventato.

Dovevamo scappare via insieme, mia dolce Blanca, e invece tu ti sei incaponita a rimanergli accanto, in virtù di quell’assurdo amore che provavi per quel Felipe che ormai non esisteva più, o che forse non era mai esistito se non nella tua testa, mia dolce e tenera principessa. Hai costruito con la forza dei tuoi sogni e della tua immaginazione, il tuo principe col suo castello, non sapendo che crollando le sue macerie ti avrebbero seppellito.

Ma perché Felipe, perché hai convolto anche me, che da compagno premuroso mi hai trasformato in strumento di morte? Da foulard di seta che avvolgeva il tuo tenero collo, ora nella stretta finale di un uomo crudele, mi ritrovo complice di un assassino. Ti cingo per l’ultima volta, togliendoti ogni respiro, mia dolce Blanca. Ti prego perdonami se puoi!

Cinzia Perrone




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