ECO E NARCISO



C’era una volta un bosco incantato in cui vivevano bellissime fanciulle chiamate ninfe. Una di loro, di nome Liriope, ebbe un bambino che chiamò Narciso. Passarono gli anni e Narciso cresceva; era diventato un ragazzo forte e bellissimo tanto da far innamorare molte fanciulle. Consapevole, però, di tale bellezza divenne molto vanitoso e non riusciva a ricambiare l’amore delle sue corteggiatrici. Infatti, preferiva andare a caccia di animali selvatici e trascorrere intere giornate immerso nella natura verdeggiante. Un giorno venne visto da Eco, una ninfa bellissima, allegra e spensierata che si innamora perdutamente di lui, ma aveva paura di dichiarargli il suo amore poiché non poteva parlare. La dea Giunone, infatti, gelosa di suo marito Giove, le aveva fatto un incantesimo: le aveva tolto l’uso della parola condannandola a ripetere soltanto le ultime parole che ascoltava dagli altri.
I giorni trascorrevano e la bella ninfa continuava a seguirlo di nascosto. Un giorno, però, Narciso si ritrovò solo perché non trovava più i suoi compagni di caccia.
‘’C’è qualcuno?’’, gridò in cerca di aiuto ed Eco rispose ‘’Qualcuno’’. Narciso cercò con lo sguardo chi avesse parlato, ma non vide nessuno. Ed ecco che Eco si fece avanti e gli corse incontro per abbracciarlo. Narciso, però, sfuggì all’abbraccio dicendole che preferiva morire piuttosto che darle un bacio. Eco si sentì ferita e corse via per la vergogna e il dolore del rifiuto. Nessuno la vide mai più. Si nascose, infatti, in una grotta dove si lasciò consumare dalla sofferenza: di lei restò unicamente la voce che ripete solo le ultime parole che sente pronunciare. Ma questa è un’altra storia…
E Narciso cosa fece? Egli non sentendosi in colpa per il dispiacere causato ad Eco, decise di riposarsi presso una fonte; assetato, bevve l’acqua fresca della sorgente. Mentre beveva vide un’immagine riflessa nell’acqua e se ne innamorò, non sapendo che quel riflesso era il suo. Osservò quell’immagine riflessa per ore, contemplandone la bellezza. Voleva parlarci, abbracciarla e baciarla, ma non poteva perché Il riflesso gli sfuggiva. Ah, quanto soffriva! Il dolore e il desiderio lo stavano logorando a tal punto che si lasciò morire. Tutti piansero la sua morte e, volendogli dare un ultimo saluto, si recarono presso la fonte. Ma il suo corpo era scomparso; al suo posto trovarono un bellissimo fiore bianco che ancora oggi chiamiamo narciso.

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