Tra realtà e immaginazione




La mia realtà

#estratto da "L'uomo che parlava all'universo. Il figlio dell'anima"

Bugie, bugie, sempre bugie! La mia vita è diventata un continuo mentire, di questo passo confonderò realtà e fantasia, non riuscendo più a distinguerle. Che disastro!
Molto spesso mi chiedo, e questo mi preoccupa, se esiste davvero una sola verità, se esiste a prescindere da noi o siamo noi che la costruiamo. Esiste quella verità assoluta di cui molti si sono riempiti la bocca? Oppure è solo una pura illusione?
Possiamo noi realmente conoscerla oppure possiamo solo cercarla senza mai poter dire di averla trovata?
Per me la verità è relativa a ogni uomo poiché egli stesso rappresenta il criterio di misura di essa.
Il nostro continuo guardarci dentro alla ricerca di noi stessi, non fa altro che proiettare quella conoscenza all’esterno; in questo modo generiamo la realtà senza accorgercene.
Forse esisterà pure un’unica e assoluta realtà oggettiva, ma esisteranno sempre le mille e più idee che ogni persona avrà di essa, tutte diverse tra loro.
Vabbè, torniamo alla mia di realtà… Andrò da Minù e le illustrerò la mia idea, che mi permetterà di restare vicino al bambino e di fargli in qualche modo da padre.
Speriamo che abbia ragione don Rocco, che sia abbastanza disperata da acconsentire, proprio come lo fu quella sera, in cui la sua disperazione la spinse nelle braccia di un estraneo credendo senza esitazione di parlare col marito defunto, in virtù di quella strana storia di possessioni che l’anima di Ruggero decise di rivelarle.

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