Amore di nonna
#estratto da L'inatteso
La nonna Rita, che ormai aveva smesso da tempo di lavorare a causa dei suoi malanni, sembrò essersi un po’ ripresa, ed essendo Antonia ormai cresciuta e più autonoma, manifestò il desiderio di tenere la ragazza a casa con sé, convincendo sua figlia a toglierla dal collegio.
Ad Antonia non parve vero; la notizia non solo le riempì il cuore di gioia, ma dopo tutti quegli anni chiusa lì dentro si sentì libera e leggera come l’aria.
Lì le uniche uscite concesse alle fanciulle, erano quelle per andare a pregare con le suore durante le esequie di ricche famiglie che ne facevano richiesta al convento; ora a casa con la nonna sarebbe potuta uscire quando voleva e in più sarebbe stata circondata dall’affetto dei suoi cari.
Fu così che la ragazza uscì di collegio per trasferirsi a casa dove la nonna avrebbe potuto prendersi cura di lei.
Ma il destino si sa riserva sempre degli imprevisti che non fanno mai andare le cose così come le avevamo pianificate.
Povera Antonia, ancora una volta si trovò ad affrontare una situazione dolorosa più grande di lei; l’ennesimo tiro mancino che la vita le stava tirando.
Una volta a casa con la nonna, la ragazza credette di poter iniziare a vivere un periodo sereno e tranquillo con i suoi parenti più cari; Dio solo sa quanto si sbagliasse.
Di lì a poco, infatti, sua nonna si aggravò di nuovo e la malattia si rimanifestò così gravemente che costrinse la donna a letto.
Ironia della sorte toccò proprio a lei, poco più che una ragazzina, prendersene cura; lei, che era tornata a casa perché la nonna finalmente poteva prendersi cura della nipote e farle trascorrere il resto della sua adolescenza più allegramente di quanto non fosse stato possibile in quell’istituto, dovette accollarsi la responsabilità di badare alla nonna malata.
Pensò quasi con nostalgia al tempo trascorso dalle suore, tanto si era fatta pesante la situazione, per di più con il continuo aggravarsi delle condizioni della povera Rita.
Lasciò il suo posto di soldato nella camerata dell’austero e severo collegio gestito da aguzzini travestite da religiose, per ritrovarsi a ricoprire il ruolo di infermiera e domestica a casa di sua nonna.
Doveva crescere in fretta quella ragazzina per affrontare quella difficile situazione, come se l’esperienza in collegio non fosse bastata già a renderla dura e al tempo stesso vulnerabile.
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