MISTERIOSE LEGGENDE D’AMORE NAPOLETANE

MISTERIOSE LEGGENDE D’AMORE NAPOLETANE



Napoli e l’amore sono uniti da un legame indissolubile e le leggende, oltre a persone fisiche, personificano anche alcuni luoghi della città, come i quattro colli di Napoli: ce ne parla Matilde Serao nel suo “Leggende d’amore napoletane”.

Secondo Matilde i colli della città ai piedi del Vesuvio, personificano quattro fratelli, giovani e belli, molto legati tra di loro, purtroppo tutti innamorati della stesa donna che non ricambiava il loro amore e che un bel giorno sparì senza lasciare traccia. I quattro attesero il suo ritorno anni ed anni, guardando il mare da cui era andata via: lentamente, si tramutarono nei quattro colli di Poggioreale, San Martino, Vomero e Capodimonte: vicini tra loro e riconciliati, i quattro fratelli aspettano ancora oggi il ritorno dell’amata.

Alta leggenda è quella di Posillipo, giovane gentile e generoso, innamorato di una donna insensibile e crudele seduttrice di uomini, Nisida. Posillipo, incapace di sopportare le pene d’amore, decise di mettere fine alla sua vita lasciandosi annegare in mare. Il Fato ebbe pietà di lui lo trasformò in un bellissimo promontorio; Nisida, invece, fu trasformata in uno scoglio unito, tramite un istmo, a Posillipo. I due, ancora oggi, si sfiorano senza mai toccarsi.

Ma bando alle favole e ritorniamo alla concretezza storico- geografico-etimologica:

Poggioreale era una zona paludosa dove il re si recava per effettuare battute di caccia. Recuperata grazie alla bonifica, sede del carcere, oggi, insieme a Vicaria, San Lorenzo e Zona industriale, costituisce la Quarta Municipalità di Napoli.



San Martino è la parte più alta del quartiere del Vomero, che culmina con la trecentesca Certosa dedicata, appunto, a San Martino di Tours.



Il quartiere del Vomero occupa una collina anticamente chiamata βωμός, Bomòs, collina”. In epoca romana, la collina fu chiamata Paturcium (Giano era detto Patulcius, Patruscolo o Patruscio, cioè “che apre le porte”). Il toponimo attuale, Vomero, era il nome di un antico casale dell’area e si riferisce alla vocazione agricola e al gioco del vomere, un passatempo contadino che sanciva come vincitore chi, con il vomere dell’aratro, avesse tracciato un solco quanto più possibile dritto. L’attività legata ai campi e la gran messe di verdure coltivate, valsero per secoli al quartiere il soprannome di “Collina dei Broccoli”.



Capodimonte, dal latino caput, letteralmente è la “testa”, punto più elevato del quartiere che da esso prende il nome, corrisponde ai casali di Porta Grande, Porta Piccola e Porta Miano. È suddiviso tra i quartieri Stella, San Carlo all’Arena e Miano.



Posillipo deriva dal greco Παυσιλυπον (Pausilypon) che letteralmente significa «tregua dal pericolo» o «che fa cessare il dolore», denominazione legata al panorama sul litorale cittadino e sul golfo, veduta di cui si godeva anche duemila anni fa.



Nisida (dal greco νησίδα, piccola isola), è uno scoglio staccatosi da quella che oggi è Bagnoli, durante un’eruzione che risale a circa 10.000 anni fa.

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