Fratelli coltelli




C’è un detto che recita così: “le sorelle sono fiori diversi dello stesso giardino”.


È la stessa frase che è scritta sulla calamita che mi regalasti tempo fa e che io ho accuratamente messo in bella vista sul mio frigorifero.

Adoro quella frase, esprime un concetto bellissimo che qualche volta i genitori perdono di vista.

Un bravo giardiniere che si prende cura dei fiori del suo giardino sa che ognuno di loro ha bisogni particolari dovuti proprio alla loro peculiarità. Così come avviene con noi figli, tutti diversi e ognuno con le sue necessità. Se cominci a pretendere da loro lo stesso comportamento e a trattarli in modo identico, non tenendo conto dello specifico carattere di ognuno, il conflitto fraterno è dietro l’angolo. Quella continua competizione per accaparrarsi l’affetto del genitore di turno; non è forse quella stessa rivalità che scatenò la furia in Caino, Seth, Loti, e tanti altri? Sì lo so, sono personaggi mitologici, appartengono a un mondo sovrumano, ma quella rabbia che si scatena in certe situazioni, è umana eccome. A volte noi figli, più maturi dei nostri genitori, siamo riusciti a uscire dal circolo vizioso nel quale ci hanno gettato. Ma non sempre è così, lo sappiamo bene.

Tu e il nostro caro fratello siete stati tempesta e bonaccia; il vostro rapporto non conosceva mezze misure e così passavate dai momenti di comune allegria a quelli di profonda incomprensione, alimentati da quella rivalità che ha acceso sempre i vostri animi, diversi e pure così simili.

Tra di voi c’era sempre uno squilibrio, accentuato dal fatto che tu fossi femmina e lui maschio; patriarcato opprimente che aleggia ancora in alcune famiglie, dove lui potrà sempre più di te e tu dovrai solo stare a guardare e accudire. Non si rendevano conto mamma e papà di quanto male vi hanno fatto, quanto odio hanno permesso che scorresse tra i loro figli.

Nostro fratello adesso non c’è più e la competizione è cessata. Tra vivi e morti non c’è partita. Io che sono nata con molti anni di differenza vi ho guardata da lontano con attenzione, studiavo le vostre mosse che erano sempre quelle che non andavano fatte, quelle sbagliate.

Grazie anche a voi oggi ho scelto di essere madre di una figlia unica, ma a volte me ne pento: tutte le volte che mia figlia mi dice che le sarebbe piaciuto avere un fratello o una sorella. In fondo avrei potuto mettermi in gioco e provare a me stessa che avrei saputo non fare quello che i miei genitori hanno fatto, crescendo due figli che avrei amato diversamente allo stesso modo, ma che soprattutto si sarebbero amati sempre. Ora non lo saprò mai.

Cinzia Perrone

Commenti