Giornata Internazionale dei diritti della Donna: non una semplice festa, ma una giornata di attenta riflessione




Non solo mimose: una giornata speciale per riflettere ancora sul ruolo femminile nella società di oggi

Giornata Internazionale dei diritti della Donna: una ricorrenza importante legata all’universo femminile per celebrare le conquiste sociali e politiche delle donne, ma anche perché non vengano mai dimenticate discriminazioni e violenze che le donne hanno subito e che ancora oggi subiscono nel mondo.

La data simbolo di questa giornata è l’8 marzo; la scelta di questo giorno non è casuale, ma è stata il frutto di diversi episodi, anche se non mancano al riguardo neppure le leggende. Tuttavia, una sola cosa conta e cioè che, pur essendo stato fatto tanto, tanto ancora resta da fare affinché le donne possano vivere in un mondo più giusto e solidale, in cui godere di pari dignità e rispetto e vedere riconosciuti i medesimi diritti degli uomini.

Anche per quelle piccole cose che oggi diamo quasi per scontate ci sono state grandi battaglie: se ora le donne possono andare a scuola e poter accedere all’istruzione, avere diritto di voto, lavorare ed essere autonome e indipendenti o anche semplicemente vestirsi come vogliono, indossando anche i pantaloni è grazie alla lotta che altre donne hanno condotto nel passato per spezzare i modelli sociali e culturali radicati nei secoli e in cui era diventato impossibile riconoscersi.

Alcune curiosità sulla nascita di questa giornata

Una ragione politica: la nascita della Giornata Internazionale della Donna va collegata al clima politico dell’inizio del ‘900, quando le donne cominciarono a rivendicare maggiori diritti, tra cui soprattutto l’esercizio del diritto di voto. Nel 1909 fu il Partito Socialista americano a proporre una giornata dedicata all’importanza delle donne all’interno della società, che in effetti venne celebrata il 23 febbraio di quell’anno. Un’idea che ebbe successo tanto da essere ripresa un anno più tardi anche a Copenaghen, in Danimarca, dall’attivista Clara Zetkin in occasione della seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste.

Ovunque nel mondo, anche in Russia: fu tuttavia oltre dieci anni dopo, nel 1921, che si pensò ad una data unica a livello internazionale per celebrare la Giornata della Donna e probabilmente la scelta cadde sull’8 marzo per ricordare la protesta del 1917 a San Pietroburgo, dove le donne guidarono una grande manifestazione per le vie della città per protestare contro la fame, rivendicare la fine della guerra e invocare il ritorno a casa dalle trincee di figli e mariti. Proprio quel giorno è rimasto nella storia per indicare l’inizio della Rivoluzione russa di “febbraio”, secondo quello che era il calendario giuliano in uso.

Cosa accadde in Italia: nel nostro Paese si cominciò a celebrare la festa della donna nel 1922, ma la tradizione si interruppe durante gli anni del fascismo per riprendere poi durante la lotta di liberazione, con un ulteriore importante significato: una giornata di mobilitazione femminile contro la guerra e la rivendicazione di diritti delle donne. Si formarono così i gruppi di difesa della donna collegati al Comitato di Liberazione Nazionale, da cui nacque in seguito l’Udi (Unione Donne Italiane). Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946 l’Udi preparò il primo 8 marzo nell’Italia ormai libera, proponendo di farne una giornata per il riconoscimento dei diritti sociali e politici delle donne.

Un rogo e un sacrificio: tra le leggende più gettonate per la scelta della data, citiamo quella secondo la quale l’8 marzo coincide con un evento luttuoso legato alla morte di un centinaio di operaie di una fabbrica di New York. Si racconta, infatti, che nel 1911, proprio l’8 di marzo, un gruppo di operaie di una industria tessile della Grande Mela scioperava da giorni contro le terribili condizioni in cui si trovava a lavorare. Per stroncare la protesta, i proprietari dell’azienda avevano bloccato le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire, ma qualcosa non andò nel verso giusto: scoppiò un incendio e ben 146 lavoratori persero la vita. Di questi, 123 erano donne, soprattutto giovani immigrate di origine italiana ed ebraica, che cercavano solo di migliorare la propria condizione di vita. Tuttavia, non si tratta di un episodio vero, perché confuso con uno analogo che nulla aveva a che fare, anche se ancora oggi viene riportato con grande enfasi e romanzato.

La mimosa, il fiore simbolo: nonostante la Giornata della Donna sia un evento riconosciuto internazionalmente, l’usanza di regalare mimosa è squisitamente italiana. Anche questa scelta risale al 1946, quando Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei proposero di adottare questo fiore come simbolo della Festa della Donna. Una decisione messa ai voti, perché in lizza vi erano anche anemoni e garofani, che però si piazzarono rispettivamente al secondo e al terzo posto: la mimosa conquistò il podio e gli animi delle donne, perché fiorisce proprio all’inizio di marzo, ed è economica, così che regalarla è un gesto alla portata di chiunque. Non solo: la mimosa ha anche un’altra importante caratteristica, quella di essere un fiore dall’apparente fragilità, ma che riesce a crescere anche su terreni difficili. Forte e bello come le donne che rappresenta.

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