IL BALCONE

 

Il balcone, racconto breve di Cinzia Perrone




Come ogni mattina, Diana spalancò le imposte del balcone per far arieggiare la camera. Dopo la lunga notte che aveva reso tutto così asfittico, quel gesto condensava la sua voglia di aprirsi al mondo.

Respirò quella frescura con grande soddisfazione. Da una prima panoramica sul cortile, lo sguardo indugiò un attimo sul balcone dell’appartamento di fronte: in pochi anni, quella vista che rallegrava il cuore, si era stravolta.

Il tripudio di colori, si era trasformato nel più piatto grigiore. I vasi stracolmi di fiori rigogliosi non c’erano più; al loro posto solo secchezza, aridità infinita.

Le piante ormai avevano perso ogni traccia di verde, neanche una fogliolina. Tutto era finito. Morto! Metafora della vita proiettata sulle amate piante della vicina.

Itala, che attraverso quel giardino pensile, suo orgoglio e vanto, esprimeva sé stessa, ora aveva smesso di parlare.

Diana rientrò svelta in casa carezzandosi le braccia incrociate al corpo; aveva tanto da fare in casa quel giorno e doveva far scorrere via da sé quel pensiero, come si lascia scivolare l’acqua tra le dita.

Del resto le persone vanno e vengono, lo sapeva bene. Nonostante questi momenti di abbandono, aveva assunto la consapevolezza che il dovere e il diritto di coloro che restano è non mollare.

Con solerzia iniziò a pulire l’appartamento e decise di farlo dalla stanza da bagno. Sfregava su ogni macchia energicamente, ricavandone gioia a obiettivo raggiunto e frustrazione a quelli mancati.

L’atteggiamento che l’accompagnava era sempre lo stesso, in qualunque situazione. Moneta a due facce: in alcuni momenti una prevale sull’altra e viceversa. Il disequilibrio era dovuto proprio al fatto che non c’era sempre la stessa faccia a predominare.

Era del segno dei gemelli, e per chi crede nell’astrologia, la dualità è insita in esso.

La costanza non era stata mai sua compagna sin dai tempi della scuola, abituando tutti al suo fare discontinuo, tra momenti di apatia e periodi di estrema iperattività.

Ma forse c’era molto di più, che andava ben oltre lo stupido oroscopo.

Lo stato di abbandono del balcone che fino a qualche tempo prima ammirava per l’estrema cura, gettò Diana nello sconforto. Il prima e il dopo, il bianco e il nero, il profumo e la puzza. Due realtà che coesistevano cibandosi l’una dell’altra. Chi avrà la meglio?

Nel suo stesso corpo la vita si mischiava con la morte.

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