ADDIO AMORE MIO!




Il tema dell'addio nell'epica classica

I due brani relativi all’addio, tra Ettore e Andromaca nell’Iliade e tra Enea e Creusa nell’Eneide, possono essere messi a confronto proprio perché affrontano lo stesso tema universale, quello dell’addio al proprio compagno.

Lo strazio di un addio è presente in entrambi i brani, ma tuttavia si possono cogliere tra i due analogie e differenze.

La prima lampante è che Andromaca e Ettore sono entrambi vivi, mentre Creusa appare a Enea come uno spirito, quindi ella è già morta tra le fiamme di Troia. Questo pone il primo come un episodio pieno di umanità, anche nel timore di Andromaca e nel fatto che voglia dissuadere Ettore a tutti i costi dall’andare in battaglia, facendo anche ricorso alla sua debolezza umana che risiede proprio negli affetti più cari; l’altro è un addio trascendentale, che non vuole dissuadere, anzi Creusa vuole incoraggiare Enea ad andare avanti per la sua strada e a non lasciarsi distrarre dal dolore di quell’addio.

Sia Andromaca che Creusa fanno una profezia; ma mentre la prima fa una profezia di morte, di un destino crudele che vorrebbe far evitare al suo sposo, Creusa fa una profezia sulla missione che attende Enea, il viaggio, il matrimonio, il nuovo regno, invitandolo ad andargli incontro.

Questa è un’altra differenza, cioè che Creusa è rispettosa del volere degli Dei mentre Andromaca vorrebbe andargli contro. Creusa accetta la sua stessa morte come fatalità inevitabile.

Andromaca poi incitando Ettore a fuggire, gli suggerisce quasi un atto di viltà nella sua disperazione, mentre la fuga a cui Creusa invita Enea, non è un atto di viltà, bensì una missione eroica a cui è chiamato da un volere divino.

Entrambe le donne hanno un pensiero per il proprio figlio; mentre Andromaca nella sua tristezza di madre abbandonata usa il figlio come ennesimo motivo per cui Ettore non debba abbandonarli, Creusa lo raccomanda al suo sposo rammentandogli di conservare in lui il ricordo del loro amore passato.

Nel brano dell’Iliade ci sono anche i versi in cui Ettore immagina Andromaca fatta schiava, preferendo morire piuttosto che vederlo coi propri occhi, mentre lo spirito di Creusa rincuora Enea che questa sciagurata possibilità è stata evitata proprio dal sopravvenire della morte di lei.

In entrambi i casi sia Ettore che Enea comunque, vincono i propri sentimenti dolorosi per adempiere al loro dovere, alla loro missione eroica.

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