Una storia di devozione e di pubblica illuminazione. Uno dei tanti particolari fenomeni sacri che caratterizza il capoluogo campano è quello delle edicole sacre. Piccoli altari dedicati ai Santi o alla Madonna.
La tradizione popolare vuole che ad ideare questi piccoli capolavori di architettura sacra sia stato Padre Gregorio Maria Rocco, un frate domenicano che visse a Napoli nella prima metà del’700 e che riscosse grande stima sia dalle fasce della popolazione meno abbiente, sia dalla nobiltà fino a diventare amico di Carlo III e Ferdinando IV.
Due furono i motivi della grande diffusione delle edicole votive: Fede ed illuminazione stradale. Quasi ogni vicolo di Napoli ha, al suo inizio, un’edicola dedicata ad un Santo che maggiormente rappresenta le esigenze di fede di quella piccola comunità umana. Con il ” Santo patrono del vicolo” si crea un rapporto diretto e quotidiano e, soprattutto: fruibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Si entra in contatto con la dimensione divina sia quando si va al lavoro di mattina come quando si ritorna a notte fonda. Basta alzare lo sguardo. Una sorta di “pronto soccorso” della Fede di cui fruire anche quando le Chiese sono chiuse.
Vista, però, la grande praticità del popolo partenopeo le edicole hanno funzionato, per decenni, anche come pubblica illuminazione. Nel settecento e nell’ottocento l’illuminazione della pubblica via era pressoché inesistente e districarsi tra il dedalo di vicoli di Napoli risultava davvero difficile. In aggiunta bisogna dire che la microcriminalità dell’epoca era avvantaggiata nei furti notturni. Per questi e per tanti altri motivi, il buon Padre Gregorio venne incontro alle esigenze della popolazione regalando delle immagini sacre da affiggere agli incroci in modo tale da favorire il culto e per illuminare le strade.
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