GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELLA DONNA




Un mio testo dalla mia raccolta "Annotazioni a margine"

Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano #LottoMarzo.

Ieri era l’otto marzo, io al computer ho cercato inutilmente di aggiustare un capitolo del romanzo che sto scrivendo, perché proprio non mi soddisfa; tra una pausa e l’altra, ho dato ogni tanto una sbirciatina sui social, e se soffrissi di qualche allergie da polline, penso che tutte quelle immagini di mimose che hanno riempito i miei occhi, avrebbero potuto suscitare qualche reazione allergica, data la loro copiosità; naturalmente il tutto accompagnato da dediche, versi, riflessioni e quant’altro.
A dire la verità una sorta di idiosincrasia me l’hanno procurata, ma non voglio offendere nessuno, sono sensazioni personalissime ed io ho sempre cercato di rispettare ogni punto di vista.
Lui no, non mi ha fatto gli auguri, non un fiore, non un rametto di mimosa; lui mi conosce, e per quel che resta da scoprire, cerca sempre di conoscermi meglio. Oltretutto sa che i fiori li preferisco nei campi, vivi, non recisi, e una volta per farmi un omaggio floreale fermò la macchina vicino a un campo di girasoli e disse “questi sono per te”.
Lui mi rispetta ogni giorno, e mi ascolta quando parlo, a volte pure troppo lo riconosco, e non mi interrompe mai, specie in presenza di altri, come fanno alcuni suoi amici saccenti con le loro mogli.
Lui spessissimo lava i piatti e quando non lavora fa le pulizie domestiche insieme a me, e non si azzarda a dire “ti sto aiutando”, perché sa che questa frase potrebbe evocare in me il sorpassato quanto antiquato stereotipo secondo cui la cura della casa spetti solo alla donna.
Come quella dei figli anche. Lui cura nostra figlia come me, con me e senza me, come quando da piccola le cambiava il pannolino; sembra banale, ma credetemi, conosco uomini che ancor oggi non sanno neanche come è fatto un pannolino.
Lui non sa stirare, ma quando mi vede molto presa in altre cose, non mi chiama, si sforza e ci prova lo stesso. Non è uno chef, ma spesso prepara la cena per tutti, come ha fatto ieri sera, perché ho partecipato alla manifestazione cittadina femminista per i diritti delle donne e contro ogni forma di violenza, tornando a casa tardi.
Lui mi conosce, sa che sono particolarmente sensibile all’argomento e anche il perché, e sa che ho bisogno di partecipare anche solo a un corteo per esprimere la mia solidarietà alla causa femminista.
Lui sa che contano i fatti, le leggi e la loro reale applicazioni, e una presa di coscienza seria e non ipocrita; lui fino a sera non mi ha fatto gli auguri
, ma mi ha chiesto come fosse andato il corteo, perché lui sa che “l’otto marzo non è una festa, ma un giorno di protesta!”

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