Il romanzo di William Golding, che nasce come una semplice trama dai risvolti avventurosi è in realtà un'amara analisi sulla natura umana.
Nel corso di un conflitto planetario, un aereo precipita su un'isola deserta. Sopravvivono solo alcuni ragazzi che provano a riorganizzarsi senza l'aiuto e il controllo degli adulti.
I primi tentativi di dare vita a una società ordinata hanno successo ma presto esplodono tensioni latenti ed emergono paure irrazionali e comportamenti antisociali: lo scenario paradisiaco dell'isola tropicale si trasforma in un inferno.
I rapporti tra i ragazzi si sviluppano in maniera drammatica e sconvolgente a seguito del manifestarsi di pensieri e idee contrastanti. Da qui viene fuori la distopia di Gollding, mettendo a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi degli uomini che si lasciano andare ai più bestiali istinti senza trovare punti di conciliazione e prevaricando il prossimo con la legge del più forte.
È un romanzo politico nel senso che mostra i modi di pensare riferiti alla società diversi tra loro: da una parte c'è Ralph che ricerca di instaurare un sistema democratico basato sull'uguaglianza, la libertà, la coesione e la pluralità delle idee; dall'altra parte c'è Jack, un bambino prepotente e sadico che si scinderà dal gruppo originario per dar vita a una tribù erta sull'autoritarismo e la spietatezza, atto secessionistico che somiglia tanto a un golpe.
Il signore delle mosche è un romanzo estremamente complesso, non tanto nella trama che è invece abbastanza semplice e lineare, ma perché sottende a una serie di temi nel tessuto dell'intera storia. Oltre all'imbarbarimento pericoloso in assenza di ogni fondamento di cultura, il romanzo evidenzia anche come a volte i regimi abbiano esercitato grande fascino sulle folle, così come riesce a fare Jack che imponendo con la forza il suo comando, viene seguito quasi da tutti i bambini. Ed ecco che l'Eden diventa un posto demoniaco, un Paradiso Perduto a causa della crudeltà insita nell'uomo.
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