SOSTENIAMO IL PIANETA

 


Sviluppo sostenibile

Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali, sfruttando le risorse del pianeta, senza compromettere la possibilità di fare altrettanto alle generazioni future. Questa definizione è stata data dalla commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo.

Questa definizione di sviluppo sostenibile è contenuta nel Rapporto Bruntland del 1987.

Il protocollo di Kyoto firmato nel 1997, impegnò 169 nazioni a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra per rimediare ai cambiamenti climatici.

Molto significativa per la politica ambientale è l’Agenda 2030: essa rappresenta un piano per migliorare le condizioni del pianeta.

L’Agenda per lo sviluppo sostenibile approvata dall’Onu nel 2015, prevede 17 obbiettivi da raggiungere entro il 2030.



Tra i 17 obbiettivi quelli che si occupano in particolare delle problematiche ambientali sono: mantenere l’acqua pulita e in buone condizioni igieniche; produrre energia sostenibile; promuovere innovazione equa e infrastrutture sostenibili; creare luoghi rispettosi dell’ambiente; produrre e consumare in modo responsabile; combattere il cambiamento climatico; utilizzare in modo sostenibile le risorse marine e terrestri, proteggendone la biodiversità.

Le dimensioni della sostenibilità sono tre: quella ambientale, cioè mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali; quella sociale, vale a dire garantire condizione di benessere umano equamente distribuite; e infine quella economica, ossia generare reddito e lavoro per la popolazione.

Scelte consapevoli per uno sviluppo sostenibile per quanto riguarda la produzione di energia elettrica sono l’utilizzo e la diffusione di energie rinnovabili (eolica, idroelettrica…).

In tema di raccolta differenziata rispetto ai materiali e agli imballaggi bisogna tener presente le quattro R: Riduzione, Recupero, Riciclaggio, Riutilizzo.

Gli indicatori della sostenibilità sono l’impronta ecologica, lo zaino ecologico e l’impronta idrica.



L’impronta ecologica misura la superficie di terreno e acquatica che serve sia per procurarci le risorse sia per smaltire rifiuti; lo zaino ecologico di un oggetto è costituito dal materiale utilizzato per produrlo, dall’energia impiegata per la sua produzione e per il suo trasporto, e dai rifiuti che produce sia nella sua fabbricazione che durante la sua vita; l’impronta idrica è il volume totale di risorse idriche necessarie ai bisogni umani.

Se tutte le popolazioni del mondo vivessero secondo lo stile di vita degli italiani, per rigenerare le risorse consumate e riassorbire i rifiuti prodotti, sarebbero necessari 2,6 pianeti.

L’impronta media mondiale è pari a 2,8 ettari, e dovrebbe essere 1,7 ettari.

Il deficit ecologico lo creiamo quando consumiamo più di quanto possiamo permetterci, cioè più di quello che l’ambiente è in grado di rinnovare: IMPRONTA> CAPACITA’.

La biocapacità è la facoltà di assorbire la produzione, dipende sia dai fattori intrinseci dell’ecosistema, sia dai servizi ecologici erogati dall’uomo.

L’Italia è senz’altro un paese debitore ecologico, in quanto la sua impronta è superiore alla sua biocapacità.

Decalogo della sostenibilità:  

1.    Preferire la doccia alla vasca

2.    Fare la raccolta differenziata

3.    Portare i rifiuti ingombranti all’isola ecologica

4.    Utilizzare lampadine a risparmio energetico

5.    Utilizzare ciabatte multipresa

6.    Non lasciare le luci accese

7.    Programmare gli acquisti per ridurre lo spreco alimentare

8.    Mantenere controllata la temperatura con un termostato

9.    Non fumare

10.          Non usare l’auto per brevi tragitti.



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