Un racconto molto attuale e veritiero, quello della Brescia, specialmente dal punto di vista temporale: la storia infatti è ambientata nel primo periodo in cui è esploso l’allarme covid-19. L’autrice mescola insieme sapientemente le ansie del presente, i ricordi e i rimpianti del passato, le speranze del futuro, in una trama dalle mille sfaccettature.
Una vecchia casa piena di affetti lontani, ripiomba nella vita e nell’anima della protagonista che nonostante da anni avesse allontanato da sé le sue radici, se ne riscopre irrimediabilmente attratta. Un giovane nipote, compagno di avventura, la prende dolcemente per mano per accompagnarla nel viaggio dei ricordi; i ruoli nella vita a volte si invertono. L’adolescente guiderà l’adulta, che saprà contraccambiare offrendogli il giusto sostegno per affrontare tutte le sue difficoltà e fragilità.
Un libro pieno di significati come l’amore per la musica e la potenza delle canzoni, che possono salvarti la vita. Altro grande sostegno per il giovane Francesco che a suon di musica cercherà di sciogliere tutte le sue situazioni irrisolte, a partire da quella con sua madre.
Stella, la zia, coinquilina di un isolamento precauzionale, riscoprirà non solo l’attaccamento alle sue origini ma anche lei dovrà affrontare una situazione lasciata sospesa anni addietro. Gli anni magicamente sembrano annullarsi, tutto sembra come prima, anzi “ora più che mai”. Quella che era sembrata una scelta, in realtà era una fuga; a volte continuare a fuggire stanca.
E poi c’è Sandro, padre e fratello, rimasto a Milano, che vive la parte più stressante e emozionale della pandemia, a cui sono stati sottoposti tutti gli appartenenti al personale sanitario, sempre “in prima linea” a combattere per tutti noi.
L’ambientazione chiaramente è quella della prima ondata del virus e di conseguenza del primo look down e l’autrice riesce bene a trasmettere dalle pagine del libro tutto lo smarrimento e l’incredulità dei primi tempi; ma senza dimenticare tutti gli impulsi di solidarietà a cui tutti più o meno abbiamo assistito.
Nodi da sciogliere, decisioni da prendere, segreti da svelare e domande rimaste da troppo tempo senza risposta; non mancano i colpi di scena in questo romanzo, come del resto talvolta non mancano al nostro vivere quotidiano, a cui l’autrice attinge a piene mani.
Non so quale fosse la prima intenzione che sorregge questa intensa trama: omaggiare i soldati e i caduti di questa battaglia, esorcizzare le paure e le ansie a volte amplificate dai media e dai social, ridare speranza e fiducia attraverso la riscoperta di quelli che sono i punti saldi e autentici per ciascuno…
In ogni modo da questo romanzo, ben scritto e abbastanza fluido, in cui i dialoghi sempre spontanei sono posizionati strategicamente durante tutta la narrazione, viene fuori uno spaccato di emozioni e sensazioni, alcune delle quali, tutti ci siamo ritrovati a provare in questo triste periodo.
La forza maggiore, la risorsa più grande e inimmaginabile, viene fuori nelle peggiori criticità e in quel momento capisci anche l’importanza di sfruttare al massimo ogni singolo attimo, ritrovandoti a pensare “ora più che mai”.
Quando si ritrova il filo del proprio destino che si era smarrito col passare del tempo, non si può fare a meno di riprenderlo.
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