RECENSIONE: L'ANGELO DI BETH

Una storia vera, sofferta, introspettiva. La protagonista ripercorre le sue sedute di analisi fino a riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel.
L’epopea di una ragazzina che è dovuta crescere troppo in fretta, tra una madre assente e un padre padrone.



Nella sua vita un’unica figura le fa da riferimento: la nonna. L’Angelo di Beth.



L'autrice

Lucia Doria


Nasce in una fredda vigilia di Natale. Felicemente viziata nell’infanzia dalla nonna materna, che l’aveva sempre tenuta lontana dalle crudeltà della vita sino alla sua morte.
Si sposa giovanissima e mette al mondo 3 figli. Il matrimonio però naufraga. Subito dopo cambia regione e città cominciando una nuova vita.
Lo scrivere l’ha sempre accompagnata sin dall’infanzia.

Recensione

Una confessione disarmante e senza veli


A volte nella vita per proseguire con ritrovato equilibrio il nostro cammino, abbiamo bisogno di prenderci del tempo per guardarci dentro e indietro, non solo per scoprire da che cosa siamo usciti indenni, ma anche per raccogliere l'energia che la rabbia e il rancore ci stava succhiando, come facevano un tempo squallidi ladruncoli con la benzina delle auto parcheggiate.                                                                                          

Questo non accade a Lu', protagonista di questa straordinaria esistenza fatta di gioie ma anche di tanti dolori troppo ingombranti e pesanti per l'anima

Ma certi fantasmi non li può nascondere, anzi a volte devi farli venire allo scoperto, per cercare di liberartene parzialmente; il passato non lo puoi modificare, puoi solo prenderne coscienza per poi ripiegarlo meglio che puoi nel baule della soffitta, dove riscoprirlo non sarà più un problema. 

Un viaggio nel passato, schietto e sincero, senza filtri, senza veli; guardare in faccia anche la più atroce bassezza umana subita, non risparmiandosi niente, perché solo affrontandoli i mostri, poi non ti verranno più a cercare. Tra le tecniche terapeutiche che ho scoperto in manuali di auto-aiuto (così vengono chiamati in gergo taluni libri di psichiatria o psicologia), vi è proprio quella della scrittura; non solo tenere un diario, ma anche raccontarsi completamente, scrivere di episodi del passato, buttare giù pensieri, riflessioni e qualsiasi cosa che si sente di dover tirare fuori. Questo metodo è consigliato da qualsiasi terapeuta, in concomitanza di vere e proprie sedute o anche autonomamente. 

Lucia Doria ci ha regalato il suo personale blocco note, dove ha appuntato ogni cosa importante per lei. Lo avrà fatto più per lei? Cosa importa, l'importante è il risultato e soprattutto che lo abbia condiviso con noi. Credetemi, per esperienza, anche io ho scritto in passato un romanzo breve autobiografico, non è facile pubblicare delle pagine in cui una persona si è messa totalmente a nudo. Per questo Lucia, grazie due volte, per l'opera e il cuore del suo autore. 

Dal punto di vista stilistico questo romanzo mi porta alla mente il genere letterario delle memorie, o memorialistica; appartengono a questo genere romanzi appunto in cui un determinato protagonista raccoglie i propri ricordi.

Altra caratteristica che denota questo libro è che, se da un punto di vista numerico quantitativo appare come un componimento breve, conciso, essenziale, dal punto di vista contenutistico, esso è molto denso, sia per le vicende raccontate che raccolgono un lungo lasso di tempo, sia per le innumerevoli riflessioni dell'autrice.

Non mi rimane che augurarvi una buona lettura!


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