RECENSIONE: LA SIGNORA DALLOWAY IN BOND STREET E ALTRI RACCONTI

"La Signora Dalloway in Bond Street" e altri racconti di Virginia Woolf

  


"La signora Dalloway disse che avrebbe pensato lei a comperare i guanti. Quando uscì in strada, il Big Ben stava battendo i suoi colpi. Erano le undici e a quell'ora intatta era fresca come offerta a dei bambini su una spiaggia. Ma c'era un che di solenne nel ritmo deciso dei ripetuti rintocchi; un che di eccitante nel fruscio delle ruote e nello scalpiccio dei passi."

 

"La Signora Dalloway in Bond Street" e altri racconti, è una raccolta in cui sono contenuti brevi componimenti di Virginia Woolf (1882-1941), scritti fra il 1922 e il 1925 per varie riviste. L’elemento che lega tra loro questi racconti, è la presenza di Clarissa Dalloway, signora elegante inglese, sempre alle prese con regali ricevimenti mondani e presentazioni.

In questa raccolta ci sono tredici racconti, tutti ambientati nell'alta società del primo dopoguerra, dove uomini e donne con le loro riflessioni e divagazioni, si mettono a nudo mostrandole proprie insicurezze, le proprie solitudini e talvolta la loro estraneità a quel mondo luccicante, i cui valori dominanti appaiono così relativi dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale.

Il racconto che dà il titolo alla raccolta


Clarissa Dalloway, moglie di un politico, esce dalla sua casa a Westminster, per comperare un paio di guanti; la lunga passeggiata della donna fino al negozio di Bond Street, scandita dai rintocchi del Big Ben, è un continuo flusso di pensieri e considerazioni della donna su se stessa e su quello che osserva. Incontra un amico, ne pensa ad un altro scomparso, osserva le persone in strada, e intanto la sua mente si perde in ricordi, pensieri, impressioni sulla vita, sulla morte, sull'annoiata e distaccata società inglese, che sembra quasi irreale e immune alle miserie del mondo. La sequela di riflessioni non si arresta nemmeno al momento dell'acquisto. Il vero elemento portante della trama di questo racconto non è la passeggiata, né l’acquisto dei guanti, ma il flusso continuo di coscienza della protagonista.

Meccanismo che si ripete più o meno con altri personaggi negli altri racconti.

Nel "L'Abito Nuovo" Mabel Waring, dall’indole insicura, disserta nella sua mente sul suo senso di insoddisfazione per il suo vestito., provando un grande senso di inadeguatezza, evitando gli altri invitati alla festa, continuando a guardarsi allo specchio e immaginando nella sua testa commenti maligni dei vicini nei suoi confronti.

Insomma, i personaggi non emergono attraverso le azioni, bensì con le proprie riflessioni, estraniandosi dal presente, dal momento. La realtà è quella vissuta nei loro dubbi, subbugli interiori, solitudini che li portano in contrasto con la società e i rapporti interpersonali vuoti e piatti, perché vi è presente una sorta di incomunicabilità.

Diverse sono le situazioni narrative: la descrizione di un college; una ragazza che si addormenta sotto un melo con un libro in mano; una balia che si addormenta con indosso una coperta e gli animali raffigurati su di essa prendono vita; un’anziana vedova che eredita dal fratello una casa diroccata e un pappagallo; un uomo che toglie dei pelucchi dal pantalone; un’altra invitata che ascolta commenti negativi sulla Scozia; una giovane presentata a un illustre coetaneo; conversazioni su Canterbury guardando la luna; un dialogo sulla bellezza; un uomo intento a osservare un quadro…Tutti pretesti che danno il via a quell’introspezione riflessiva caratteristica dell’autrice. Trame semplici che trovano la loro complessità nel continuo umano indagare della mente.

 


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