PAZZO PER LEI

Oggi vi parlo di una delle ultime produzioni Netflix che ho visto nei giorni scorsi: 

Pazzo per lei.

Pazzo per lei, è una commedia romantica, che parla della complessità dell'amore e non solo. Si dice che l'amore è folle, ma se l'elemento folle è più di un semplice ingrediente nella relazione?



Trama

Il giornalista cinico e disincantato Adri, una sera si scontra letteralmente con la bella ed esuberante Carla, con la quale passerà la notte più folle, più magica, più inebriante, più incontrollata...in poche parole, più bella della sua vita. Una sola condizione, non rivelare nulla di sè in modo da non rincontrarsi mai più, per rendere quella notte eternamente meravigliosa nel loro ricordo. Ma Adri non smette di pensare a quella notte e a quella ragazza e grazie a un biglietto trovato nel giubbotto dimenticato da lei, ne rintraccia l'identità. A quel punto scopre che lai vive in una clinica per disabilità mentali e per poterla avvicinare decide di farsi ricoverare fingendosi un potenziale paziente. Nella struttura prende coscienza di una realtà che aveva considerato con leggerezza e le sue percezioni cambieranno radicalmente.

Commento

I temi affrontati sono tanti: l'amore e l'accettazione dell'altro con tutte le sue "manie", la convivenza con la propria disabilità mentale, la possibilità di essere amati per tutti. Forse non si approfondisce abbastanza su molti aspetti importanti della malattia mentale, ma penso che sia un effetto voluto, perché prima di tutto si parla dell'amore, per prendere poi in considerazione che questo sentimento è per tutti e fa bene a tutti, e tutti in qualche modo ne siamo meritevoli oltre che bisognosi.

L'amore non potrà eliminare problematiche assai complesse come un disturbo bipolare ad esempio, come la dottoressa spiega ad Adri, ma potrà essere una buona medicina, accompagnata a tutte le altre terapie, e un buon punto di partenza per vivere imparando ad accettare e tenere a bada quella condizione insopprimibile.

Questa voluta delicatezza per ricordarci che l'empatia è sempre il valore più importante e che dietro una  disabilità mentale c'è sempre una persona in cerca di accettazione come tutti. Non si può fingere di non avere la malattia per accomodare i cosiddetti normali, che farebbero meglio a trovare una giusta dimensione a quella "sana follia".


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