ICARO: volare né troppo alto, né troppo basso
Icaro rappresenta, col suo volo aereo straordinariamente anticipatore, il sogno dell’adolescente di diventare adulto prima del tempo, di superare la mediazione di una vita piena di contraddizioni (quella di Dedalo) nell’immediatezza di una coerenza assoluta all’ideale, quella coerenza che porta sempre, come anche la sua vicenda dimostra, a contraddizioni ancora maggiori, tragiche in quanto irrisolvibili.
Icaro vedeva l’accortezza e la moderazione del padre (che chiedeva, come strategia di volo, di abbandonarsi ai venti e di volare né troppo alto né troppo basso) come una forma di cedimento all’ideale assoluto di perfezione, come una forma di eccessiva esitazione, un compromesso inaccettabile con le forze della natura e dell’ignoto insondabile.
Icaro, ch’era figlio di una schiava, aveva fretta di volare in alto, per liberarsi dei timori, delle riserve mentali, dei pregiudizi del passato, senza tener conto dei condizionamenti della realtà. Ecco perché raffigura, sul piano politico, l’avventurismo, l’estremismo infantile. Forse Icaro rappresenta anche l’ateismo impulsivo, autoritario, egocentrico: il suo bisnonno, Eretteo, nonno di Dedalo, fu sepolto vivo sotto terra per il suo ateismo.
Icaro, era figlio di Dedalo e Naucrate, una delle schiave di Minosse. Il padre Dedalo era un ottimo fabbro, infatti Atena stessa l’aveva iniziato a quell’arte.
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