Amore e morte
Il legame fra amore e morte, eros e thánatos, è un
legame che possiamo definire paradossale, in quanto
sembra assurdo e insensato che l’amore, principio
vitale, si possa legare profondamente al suo opposto,
la morte.
Eppure, i primi esempi di questo legame compaiono
già nel mito classico: si pensi a Elena di Troia
e agli innumerevoli lutti derivati dalla contesa amorosa
intorno alla sua persona; oppure a Didone, regina
di Cartagine che, innamoratasi di Enea, poi abbandonata
da lui, si uccide per disperazione; e ancora
a Tristano, cavaliere della Tavola Rotonda che, essendosi
innamorato di Isotta, moglie di suo zio
Marco, re di Cornovaglia, viene da questi ucciso. Nel
cristianesimo il legame fra amore e morte si rivela
fondamentale: l’amore di Cristo per gli uomini è
tanto forte che egli affronta la morte per salvarli dal
peccato. In questo caso, però, l’amore, abbracciando
volontariamente la morte e legandosi indissolubilmente
a essa, riesce a vincerla con la resurrezione e
a donare una nuova vita all’umanità così riscattata.
Dante: il dramma di Paolo e Francesca
Nella letteratura italiana il primo grande episodio in
cui amore e morte mostrano l’indissolubilità del loro
legame è quello di Paolo e Francesca, narrato da Dante
Alighieri nel canto V dell’Inferno. La storia è nota: Francesca,
andata in sposa a Gianciotto Malatesta, signore
di Rimini, uomo zoppo e deforme, si innamora di suo
cognato Paolo, fratello di Gianciotto. I due si trovano
insieme a leggere «per diletto» le storie di Lancillotto del
Lago e del suo amore per Ginevra. Un punto della lettura
fa nascere in loro – o almeno rende loro manifesto
– l’amore reciproco: il bacio tra Lancillotto e Ginevra.
Da quel giorno entrambi si abbandonano alla
passione ed entrambi moriranno di morte violenta, presumibilmente
per mano dello stesso Gianciotto.
Il tragico epilogo della vicenda è mirabilmente sintetizzato
da Francesca in un verso essenziale: «Amor
condusse noi ad una morte». Dante sottolinea che la
morte fu «una», volendo intendere sia che l’amore li fece
morire insieme, sia che ci fu contemporaneamente
la morte del corpo e quella dell’anima. L’amore colpevole
di Paolo e Francesca li priva infatti, nello stesso momento,
della vita fisica e di quella spirituale, relegandoli
nell’inferno, impedendo loro quindi di accedere
alla contemplazione di Dio.
Il legame tra amore e morte è dunque inevitabile e
Dante lo sottolinea anche dal punto di vista formale:
amore e morte sono la prima e l’ultima parola del verso,
e perciò si richiamano reciprocamente. Si aggiunga
che nella cultura medievale era molto diffusa
l’etimologia che faceva derivare “amore” proprio da
“morte”: amor da a + mors. Si tratta in realtà di una falsa
etimologia che tuttavia serviva a giustificare il legame
originario tra l’amore e la morte.
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