Marie Antoniette (2006), per la regia di Sofia Coppola
Il
film ci presenta un ritratto piuttosto inconsueto (in chiave pop) della
regina di Francia.
Maria Antonietta, promessa sposa al delfino di
Francia Luigi XVI, a soli quattordici anni lo raggiunge a Versailles.
La
narrazione si snoda tra i rigidi rituali di corte, tra cui i
lunghissimi e complicati sistemi di vestizione, a cui devono di
necessità presenziare le dame più illustri, che le porgono ogni singolo
capo di abbigliamento in ordine di
rango. Nell'ottusità della corte francese, con un marito che non le
presta alcuna attenzione e un matrimonio non consumato per molti anni,
la regina-bambina compensa le sue frustrazioni dedicandosi ai cani e
coltivando una relazione extraconiugale. Accusata ingiustamente di non
essere capace di dare un erede al re, grazie al sostegno del fratello di
Antonietta, finalmente il re si decide a far onore ai suoi doveri
coniugali.
Dopo la nascita
della figlia, Marie Antoniette continua la relazione con il conte di
Fersen. Il re invia aiuti ai combattenti della rivoluzione americana.
Nasce finalmente il delfino di Francia.
Le gravi difficoltà
finanziarie in cui versa la nazione vengono attribuite alle folli spese
della regina, anche qui considerata a torto la maggior responsabile del
malgoverno di Luigi XVI.
La pellicola si chiude con la fuga dei
reali da Versailles all'alba della rivoluzione; il mondo che Maria
Antonietta si era ritagliata nel suo disagio alla corte francese, stava
inesorabilmente per tramontare.
Storicamente potrebbe essere
vista come una delle tante strumentalizzazioni delle donne nella storia,
sia contemporanea che successiva.
Il film ha vinto un Oscar per i migliori costumi.
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