LA VITA DAVANTI A SE'

Ritorna la donna Sofia nazionale, dopo un lungo silenzio, a farci commuovere nuovamente davanti allo schermo, Lo fa nel modo che io preferisco, ovvero strizzando l’occhio sempre alle sue origini (nel film parla napoletano o con accento napoletano, palesando genuinamente la sua provenienza), delle quali è fieramente orgogliosa, avendo affermato più volte durante la sua lunga carriera, che sono state il suo punto di forza e la sua fortuna. Lo fa con una pellicola dal sapore struggente, ispirata all’omonimo romanzo di Romain Gary del 1975, già trasposto sul grande schermo nel 1977. Ritorna davanti alla macchina da presa diretta dal figlio Edoardo Ponti, che già aveva diretto la madre in precedenti lavori; poche ma buone le ultime pellicole di Sofia Loren, che reclama il suo tempo e spazio in famiglia, sacrificata già abbastanza per la sua missione artistica. Quindi non possiamo solo che ringraziarla per averci donato un’altra appassionante e significativa storia sempre attuale, perché le storie non si archiviano mai, ma si rivivono, si sentono sotto pelle, si ascoltano e non si dimenticano. Infatti questa volta il film è ambientato a Bari e non a Parigi, come originariamente, segno inconfondibile della spazialità di certi concetti, che appartengono all’universo, senza confini né di tempo né di luogo. La storia è quella di Madame Rosa, ex prostituta ebrea scampata all’Olocausto, che dopo aver lasciato il “mestiere”, decide di sbarcare il lunario occupandosi dei figli di altre prostitute. Nella sua vita poi entra Momò, un turbolento ragazzo di origine senegalese orfano di madre. Subito è scontro: i due appaiono estremamente lontani e senza alcun punto in comune, quasi disprezzandosi a vicenda. Ma talvolta dai peggiori scontri può nascere qualcosa di inaspettato, una bella amicizia fatta di comprensione e complicità. Così i due impareranno a conoscersi e ad apprezzarsi, finendo per aiutarsi a vicenda. Mentre Momò troverà la forza di fare delle scelte ben precise per raddrizzare la sua vita ancora lunga, Madame Rosa dovrà affrontare la fine della sua; il ragazzo le resterà accanto fino alla fine, aiutandola anche nella sua di scelta, quella di come morire. Un film da vedere che parla di dignità, amicizia, diversità e disagio sociale. Un mondo difficile nel quale anche i teneri di cuore recepiscono il bisogno di diventare duri, ma che al momento opportuno non possono fare a meno di ammorbidirsi. Una storia di speranza e di amore, in tutte le sue forme. Grazie Sofia per questa interpretazione in odore da Oscar; sarebbe il terzo. Chissà…Good Luck!

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