IN GUERRA PER AMORE


In guerra per amore, è quasi un ossimoro.
Ieri sera, alla vigilia della festa della Liberazione, ho visto in televisione questo bellissimo film di qualche tempo fa. Il film prende spunto da alcuni fatti storici della seconda guerra mondiale, come la spedizione delle truppe americane in Sicilia per liberare l'Italia dai nazifascisti, per approdare all'argomento mafia, che tanto ha fatto e fa male ancora, particolarmente da quelle parti. Pif, che non si smentisce mai per il suo acume e la sua maniera garbata di raccontare, parlando dei legami di ieri, ci invita a guardare anche a quelli di oggi e speriamo non di domani. Gli americani per risalire allora lo stivale, ricorsero allo stesso giochetto che parse conveniente a Garibaldi qualche tempo prima; usare la delinquenza locale, aprire le galere ai peggiori criminali e mettere a posti di comando i più potenti boss della malavita. Il tutto con la benedizione richiesta dalle forze alleate stesse, di Lucky Luciano dall'America.
Possibile che quando c'era da liberare qualcosa o qualcuno, il primo a rimetterci doveva essere il sud? La liberazione non può essere un compromesso. I compromessi, specie con gente di discutibile natura, non sono liberi, sono sbarre di una prigione; cambia solo il proprietario delle chiavi della cella.
Liberazione, lo dice la parola stessa, deve essere libera, deve un sciogliersi da catene, non l'imbrigliarsi in altre. Per cui, concludo dicendo a chi ancora si ostina a dire che questa festa non ha più senso, che essa non solo in sé un potente ricordo storico, un esempio da conservare nella memoria, ma ci rammenta che la resistenza non è finita, perché purtroppo ci sarà sempre qualcosa da cui liberarsi e noi non dobbiamo arrenderci come le persone che sempre ci credettero e qualche volta ci riuscirono. A dimenticavo, guardate il film se non lo conoscete. Buona festa della Liberazione.



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