VANITA'


Durante il periodo Barocco in pittura diventò molto in voga un certo tipo di soggetto, che divenne un insieme di simboli atti a raffigurare la caducità della vita e di tutte le cose viventi: la natura morta o vanitas per l'appunto, cose vane, destinate a morire. Era la reazione anche ad un periodo storico fatto di guerre, carestie ed epidemie ( la guerra dei trent'anni e la peste).
La frase biblica vanitas vanitatum et omnia vanitas, da cui deriva questa riflessione trasposta nelle arti figurative, è un ammonimento all'effimera condizione dell'esistenza.
Elementi caratteristici di tali composizioni possono essere: il teschio, la candela spenta o il silenzio degli strumenti musicali, in quanto simboli di morte; la clessidra o l'orologio, come simboli del trascorrere del tempo; le bolle di sapone, di solito rappresentate con un putto o un adolescente che le crea soffiando da una specie di cannuccia, simbolo sia della transitorietà della vita sia della transitorietà dei beni terreni; un fiore spezzato, come un tulipano o una rosa, simbolo della vita che come quel fiore prima o poi appassirà. Anche nel famoso Canestra di frutta di Caravaggio la mela bacata, oltre che indice di crudo realismo, sta ad indicare la caducità; dipinti o manoscritti, simboli dei piaceri vani dell'uomo; entreranno poi a far parte di questa simbologia, ogni creatura o frutto della natura come animali e frutta, destinati come tutto a perire.
Allegoria della vanità, Antonio de Pereda, circa 1634


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