PAURA E POTERE



Pochi film hanno saputo imporsi nell'immaginario collettivo con tanta forza e profondità quanto il capolavoro di Charlie Chaplin, Il grande dittatore.

Un'opera che attraverso un uso dissacrante della parodia, ha saputo analizzare, con grande lucidità, una delle pagine più tragiche della Storia. Chaplin, regista e protagonista del film, utilizza la figura del "doppio" per dare vita a una situazione paradossale, in cui attraverso il sovvertimento dei ruoli e la rottura dell'ordine costituito, colui che è vittima del sistema acquista improvvisamente potere mentre il gran dittatore di cui è sosia, viene arrestato e imprigionato.

Siamo nel 1940 e il grande dittatore e il suo sostituto hanno le fattezze di Adollf Hitler.

Considerato uno dei capolavori della storia del cinema mondiale, Il grande dittatore gioca a rappresentare in maniera estremamente esplicita Hitler e la Germania nazista.

La scelta di Chaplin di trattare un argomento tanto tragico in una chiave comica, non fa altro che acuire sottilmente la drammaticità della narrazione.

Un ruolo importante nella pellicola, è ricoperto anche dalla colonna sonora ovviamente, in particolare in alcune scene, in cui la musica sembra enfatizzare al massimo le immagini.

Uno dei temi principali del film è il rapporto tra la paura e il potere; Chaplin vuole senza dubbio mettere in risalto le strategie attraverso le quali le dittature esercitano il proprio potere e alimentano la paura del popolo, sulla cui base esso si poggia.

Nel film, il personaggio del barbiere e quello del dittatore sono l'uno speculare dell'altro; durante la storia del film si evidenziano, dove più e dove meno, proprio le differenze emblematiche fra i due personaggi.

Il grande dittatore, uscito in pieno conflitto, non è l'unica opera di Chaplin su queste tematiche realizzata durante la guerra: altre due pellicole simili sono state Charlot soldato e The Bond.

Questo peraltro, è l'ultimo film in cui compare la maschera di Charlot, incarnazione di un ideale di innocenza e semplicità, forse come segno datoci da Chaplin che qualcosa era irrimediabilmente cambiato, e quell'innocenza era svanita, anche sul viso del suo alter ego per sempre.

A causa del potere nazifascista in Europa, la distribuzione del film fu vietata in molti paesi fino al 1945. In Inghilterra, il film fu inizialmente censurato per paura di incrinare ulteriormente i rapporti con la Germania. La pellicola vide la sua prima proiezione a Londra nel 1941. In Italia, non fu possibile vedere il film fino al 1949, quando fu distribuito con il titolo Il dittatore. La pellicola subì grossi tagli, ben 25 minuti. Fra le parti tagliate anche il discorso finale che venne quasi dimezzato perché considerato troppo lungo. Altre modifiche rispetto all'opera originale riguardarono il personaggio ispirato alla figura di Benito Mussolini. Nella prima versione italiana, si chiamava Benzino Napaloni invece che Bonito Napaloni, ed era dittatore di Bacteria. Nel 1972, in una nuova edizione,il film venne intitolato Il grande dittatore, Napaloni riprese il nome originale e divenne dittatore di Batalia.

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