UNA RAGAZZA MADRE



Fu così che ebbe inizio il periodo della lunga attesa; furono i mesi più lunghi e tediosi nella storia di tutte le gravidanze.

Non passava giorno senza che qualcuno, o il padre o la madre, facesse un qualche accenno alla paternità misteriosa. Vittoria però restava irremovibile, ferma nella sua decisione, anche se quel segreto le pesava tanto nell’animo; era, e sarebbe stato un fardello enorme da portare, ma sarebbe stato troppo rischioso parlare in quel momento e troppo doloroso in futuro.

Quindi la giovane donna si fece unica custode di una verità a lei troppo scomoda, ma che per altri avrebbe rappresentato la ricostruzione di un mosaico in cui manca un unico tassello; ovviamente stiamo parlando anche di quella che sarebbe stata la sua futura progenie.

I giorni passavano lenti, pieni d’angoscia per un futuro ormai senza alcuna certezza. Quelle ore pesanti che Vittoria trascorreva in casa, vedendo pian piano crescere il suo pancione, le davano modo di pensare tanto, anche troppo. Mille o forse più, erano gli interrogativi che nel silenzio della sua mente si poneva: adesso, cosa ne sarebbe stato di lei?

E della sua giovinezza? E della sua vita?

Pensava, come era logico per la mentalità dell’epoca, di essere bollata per sempre. Il mondo avrebbe offerto poco o nulla a una poco di buono come lei. Lei, così bella, era stata sempre orgogliosa del suo aspetto, sapendo di essere molto attraente agli occhi maschili.

Si era sempre curata in modo ossessivo, specialmente nello spazzolare quotidianamente i suoi capelli, dei quali si vantava oltremodo; una bellissima chioma nera e fluente, che avrebbe avvolto dolcemente il suo principe azzurro. Insomma, come tante altre ragazze della sua età, anche Vittoria sognava la favola; nonostante il suo carattere un po’introverso, grazie alle sue beltà, fatte di curve opulente e sinuose, ma anche di sguardi magnetici e ammiccanti, avrebbe sicuramente saputo ammaliare l’uomo giusto.

Dopo quello che le era accaduto, per lei l’uomo giusto non esisteva più.

Chi mai l’avrebbe voluta ora che era una svergognata?

Desiderata e posseduta, quello sì, lo avrebbero voluto ancora in tanti, ma invischiarsi con lei, quello proprio no. Tutto quello che purtroppo aveva immaginato per lei, in futuro si sarebbe rivelato vero, e ancora una volta avrebbe accettato tacitamente le briciole che la vita le poteva offrire, senza ribellarsi mai. Quella bellezza, che tanto l’aveva inorgoglita, era stata e ancora sarebbe stata, la sua debolezza. La sua vanità si era lasciata lusingare da quell’uomo senza scrupoli e ora lei ne pagava le conseguenze.

Nella sua disarmante ingenuità, anche nel vedere il suo corpo deformarsi, si poteva cogliere l’essenza di quella donna.

Con l’età avrebbe sviluppato una qualche forma di malizia, ma nello spirito sarebbe sempre rimasta una sempliciotta, quella stessa sempliciotta che insieme alla madre voleva fare il contrabbando durante la guerra, pur sapendo di essere una persona onesta non adatta a queste cose. Ancora una volta doveva affrontare qualcosa più grande di lei, qualcosa che probabilmente la spiazzava e che non riusciva pienamente a comprendere. Quello che aveva ben compreso, è che da quel momento sarebbe stata una delle tante ragazze madri, che la gente disprezzava e teneva alla larga. 
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