Sicuramente
vi sarà capitato di imbattervi nell’espressione “mica pizza e fichi”; spero per
voi, che l’abbiate sentita poche volte, è da questo già si capisce la mia
opinione in proposito. Questo modo di dire viene usato, parlando di qualcosa,
per dire che non si tratta di roba di poco conto, di robetta insomma, ma di
qualcosa di molto valido.
Allora,
tralasciando l’accostamento della pizza ai fichi, che detta alla marchigiana “non
ci dice” per niente, non capisco come si può valutare la pizza o i fichi
robetta trascurabile non di valore; io da napoletana vi dico che la pizza è la
mia preparazione preferita, e in quanto ai fichi, sono dei frutti dolcissimi e
gustosi. Quindi se qualcuno mi invita a pranzo e mi fa trovare pizza e fichi,
di certo non sarà da me disprezzato, come non lo sarà né la pizza, né i fichi.
Ma
perché si dice così, da dove è nato questo modo di dire? Sì, perché, che vuoi
lo crediate o meno, a tutto c’è una ragione.
Questo
colorito modo di dire è nato nella provincia romana, ma poi si è diffuso un po’
in tutta Italia, e come abbiamo prima detto, viene utilizzato solitamente
quando si intende attribuire all'oggetto del discorso un certo peso o valore,
dicendo che non si sta parlando di qualcosa di poco conto, come pizza e fichi
appunto.
Esistono
diverse teorie sulla nascita di questo modo di dire, tuttavia la più
accreditata riguarda la “povertà” dei due alimenti.
In
origine la pizza era considerata un piatto povero, consumato in altre parole
dalle classi meno agiate in quanto prodotto con ingredienti a basso costo. Allo
stesso modo i fichi erano semplici frutti che crescevano in abbondanza, quindi
altamente accessibili, tanto da essere definiti “il pane dei poveri”. Gli
appartenenti alle classi sociali più elevate prediligevano mangiare cibi più
pregiati e non pizza e fichi. È dunque da questa divisione sociale legata alle
pietanze che trae origine questo modo di dire popolare, ovvero mettere in
opposizione qualcosa di valore con qualcos'altro che ne è privo.
Quindi,
secondo il mio modo di vederla questo modo di dire è quanto mai anacronistico,
snob, e oltretutto discriminatorio verso due alimenti succulenti e prelibati
come la pizza e i fichi. Anzi, se paragonerete un mio romanzo, racconto o
poesia a una bella pizza, o a questo frutto succulento, ne sarò lusingata.
Concludendo
in rima:
credo
che vi dovrete leccare solo le dita, mangiando con le mani una buona Margherita,
e
se con fichi come frutta concluderete il pasto, il piacere che ne deriverà sarà
sì vasto.
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