SCELTE DIFFICILI





L’inatteso ti sorprende all’improvviso alle spalle, è un vigliacco!

Come una tegola che inavvertitamente ti piove dall’alto e ti prende in pieno; puoi cercare lentamente di rialzarti, restare per un po’ tramortito per poi riprenderti pian piano, o restare immobile nel dolore senza reagire.

Alcune notizie o eventi sono come bocconi amari, che prima o poi vanno digeriti, altrimenti se ne porterà sempre il peso sullo stomaco.

Un mattino, mentre Antonia si preparava ad andare a fare un po’ di spesa con sua figlia, le piombò in casa stravolta sua madre Vittoria.

Capì immediatamente che doveva essere successo qualcosa di brutto, lasciandosi prendere subito dall’ansia e dalla preoccupazione.

In un primo momento pensò ad un incidente al ristorante, visto che sua madre veniva direttamente da lì con la sua divisa da cuoca sotto il paltò.

Ma le sue intuizioni si rivelarono ben presto errate; Vittoria era stata chiamata dalla sorella Rosaria, con cui viveva il padre Antonio per comunicarle la triste scoperta di primo mattino: il corpo senza vita del vecchio padre nella sua camera da letto.

Antonio, stanco e annoiato, da una vita che malgrado ancora le sue ultime energie, i suoi figli gli impedivano di assaporare e godersi liberamente, aveva deciso di farla finita, decidendo di chiudere in bellezza come e quando voleva lui. Sentirsi inutile non era nella sua indole, lui che nella vita si era dato sempre un gran da fare; ormai lo facevano sentire solo un peso, lui che era ancora pieno di vita, aveva deciso di rinunciare ad essa o per lo meno al resto degli anni che avrebbe potuto ancora vivere. Ma non così!

Nel suo pensiero, non aveva detto sì alla morte, cosa che aveva sempre disprezzato di suo padre Francesco morto anch’egli suicida, ma aveva detto semplicemente no a quel tipo di vita che gli stavano imponendo e sì alla vita che aveva sempre vissuto appieno.

Non deve essere stato facile per egli fare quel gesto, mettere in atto quel dramma, che tanto aveva biasimato in suo padre, apostrofandolo per sempre come un uomo debole e codardo.

Ma era troppa l’insoddisfazione di Antonio; ma non era stata insoddisfazione anche quella che anni prima fece vacillare e crollare suo padre Francesco? L’insoddisfazione di non riuscire a pilotare il destino, di non accettare l’imprevisto, di non saperlo far rientrare nei binari della propria vita.

Come Vittoria si era immaginata, la figlia prese molto male la triste notizia; ebbe una crisi inarrestabile di pianto da non poter in alcun modo essere fermata.

Antonia era affezionatissima a suo nonno e quell’ultimo periodo in cui Antonio cercava di vincere la sua malinconia, li aveva visti molto vicini. Infatti, in una lettera che il pover’uomo aveva lasciato sul comodino della sua camera, per cercare di spiegare le sue ragioni oltre che per dire addio a tutti i suoi cari, ringraziava la sua amata nipote per gli ultimi mesi trascorsi in sua lieta compagnia e di sua figlia che portava il nome della sua adorata moglie.

Povera Antonia, doveva cercare di riprendersi da quel colpo, ora che portava in grembo il suo secondo figlio avrebbe dovuto pensare solo alla gravidanza. Quel bambino invece, stava assimilando tutto il dolore che inevitabilmente aveva colpito sua madre, che non riusciva a riprendersi neanche per amor suo e della piccola Rita.

Il giorno del funerale volle essere presente anche Giampaolo, che ormai aveva lasciato l’esercito e si era trasferito definitivamente dai suoi genitori.

Assisteva al funerale di un nonno che neanche conosceva, un nonno che sua madre abbandonandolo gli aveva negato; avrebbe rivisto Vittoria, che ormai odiava senza riserve, ma la voglia di vedere Antonia e di accertarsi delle sue condizioni fu più forte.

La prima volta che si sentì molto vicino alla gemella, fu proprio ad un funerale; quello della nonna Rita, moglie di Antonio.

Erano poco più che bambini, ma già erano attratti inesorabilmente l’uno all’altro, in quel legame speciale che dicono vi sia tra gemelli.

Ora, a differenza di allora, ognuno di loro conosceva la verità, ma la verità non è facile da affrontare, né la prima volta, né la seconda, né mai.

Un abbraccio naturale fra loro due, che tra l’altro erano stati ottimi amici, sarebbe stato fuori luogo, agli occhi di tutti gli altri.

Ma Giampaolo ancora una volta empaticamente sentiva la sofferenza di Antonia e la guardò per tutto il tempo, con la voglia repressa di stringerla e di poterle dire che lui era lì per condividere con lei il suo fardello.

Pensò anche di essere stato stupido ad allontanarsi da tutto per il dolore che aveva provocato la scoperta della verità sulla loro nascita, che avrebbe dovuto seguire i saggi consigli di quella sua sorella improvvisa e recuperare il tempo che purtroppo avevano irrimediabilmente perso.

Sarebbe riuscito ora che ne aveva tutte le intenzioni a rientrare nella vita di Antonia o era troppo tardi?
Estratto dal mio romanzo "L'inatteso" clicca qui


Commenti