Va'
dove ti porta il cuore è un romanzo scritto da Susanna Tamaro e pubblicato per
Baldini e Castoldi nel 1994.
Questo
romanzo è stato un grande successo editoriale, riuscendo a vendere ben 16
milioni di copie in tutto il mondo, diventando un vero e proprio
"caso" letterario: scritto in forma epistolare, ha il suo cuore nella
confessione che una anziana signora fa alla propria nipote, facendo emergere
una silenziosa menzogna che ha travolto la sua famiglia.
Il
romanzo è incentrato su un rapporto conflittuale tra una nipote e sua nonna, che
decide di scriverle una lunga lettera in forma di diario personale, per cercare
di riavvicinarsi alla ragazza.
Olga,
questo è il nome della nonna, ha quasi ottant’anni e la nipote ha da poco superato
la fase adolescenziale, nel momento in cui parte per l’America, allontanandosi
da quel rapporto così deteriorato. Tra le due c’è un accordo, quello di non
contattarsi per un periodo, ma la nonna colpita da un ictus, capendo che le
resta poco da vivere, sente il bisogno di contattarla, scrivendole questa lunga
confessione, una sorta di ideale testamento o di autobiografia, facendo chiarezza su ogni cosa passata, per recuperare quella
fiducia persa da parte della ragazza.
Nel
diario che utilizzerà, Olga descrive tutta la sua vita, le sensazioni che
l’hanno segnata e cambiata e cerca di insegnare alla nipote, senza pretese, o
imposizioni, quanto siano sbagliate le scelte razionali, e quanto invece sia
fondamentale lasciarsi trasportare dai sentimenti e ascoltare la voce interiore
che spinge alla bontà, alla passione e al coinvolgimento.
Olga
le parla della sua malattia, ma soprattutto del suo passato, raccontando della
sua infanzia, quando è costretta ad una vita di solitudine e privazioni in una
famiglia borghese che non le permette neanche di andare all’università per
esprimere la sua intelligenza.
Le
parla del matrimonio combinato tra lei e il socio in affari del padre, uomo che
la trascura e non la ama. E poi le racconta di un suo viaggio, di un piccolo
spazio che lei si è ritagliata per se stessa nel momento in cui si è sentita
travolta dal vuoto, dall’inesistenza di un rapporto d’amore con il marito e
trascorre due settimane alle terme, luogo in cui incontrerà un uomo da cui si
sentirà completamente trasportata, con il quale inizierà una relazione
clandestina.
Da
questo rapporto nasce una bambina, ma qualche mese dopo l’accaduto, Olga scopre
che l’amante è morto in un incidente stradale. A quel punto le si stringe il
cuore, la sua vita perde tutta la dolcezza e il calore, ed Olga accusa talmente
l’abbandono che inizia a trascurare la figlia. Da qui comincia il rapporto
ostile e rancoroso tra le due.
Con
il passare degli anni lei riesce, grazie ad un percorso spirituale, a trovare
un po’ di equilibrio e a sanare la sua ferita, ma il marito si ammala e prima
di morire le confessa di aver sempre saputo che la figlia non è nata dal loro
matrimonio, ma da una relazione clandestina.
La
notizia sconvolge Olga che ricade in un vortice buio, facendole vivere sensi di
colpa, ma nel frattempo cercherà di recuperare il suo rapporto con la figlia,
che è rimasta incinta. La ragazza, particolarmente fragile, ha completamente
perso la sua strada e fa uso di droghe, di psicofarmaci, sperpera il suo
denaro, e diventa sempre più autolesionista.
Dopo
una violenta lite tra madre e figlia, in cui Olga racconta la verità su suo
padre, la ragazza sconvolta si precipita fuori casa e ha un incidente di auto,
così si compie la nuova tragedia, che fa rivivere la stessa sorte del vero padre.
Rimasta
sola, la nipote viene affidata a Olga e tra le due c’è, inizialmente, un legame
particolare, che viene, però, messo a dura prova durante la fase adolescenziale
della ragazza, periodo in cui lei diventa aggressiva, arrogante, impertinente,
dovendosi trascinare addosso una storia travagliata e difficile da gestire.
Il
romanzo si concluderà proprio con l’invito di Olga fatto alla nipote, di
fermarsi ad ascoltare sempre il proprio cuore quando la vita ti mette davanti a
scelte da prendere; “E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non
saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira
con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta
al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma,
in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va’ dove lui
ti porta”.
Anche
se il libro come ho scritto prima ha avuto un largo consenso di pubblico,
specie tra i giovani, è stato accusato dalla critica di sentimentalismo
estremo. Non viene visto bene questo aperto scontro verso l’approccio razionale
alle soluzioni di un problema, di cui la nonna si fa portatrice nel romanzo;
d'altra parte il romanzo viene anche giudicato pieno di sentimenti veri, anche
quelli più difficili e duri da esprimere.
Io
l’ho trovato a suo modo un libro dolce e malinconico al tempo stesso, che
raccoglie un’esperienza di vita da cui c’è sempre da trarre una lezione; dare
ascolto sempre ai propri sentimenti è un modo di comportarsi che non deve
portare necessariamente all’esclusione di ogni ragionamento. Credo che la nonna
abbia voluto mettere solo in risalto la centralità di essi nelle nostre scelte,
tale da non poter essere ignorati.
Non
vince la ragione sul sentimento né viceversa; i due dovrebbero sempre marciare
insieme, ma il sentimento, cioè il cuore, dovrebbe essere sempre il primo ad
essere ascoltato.
Dal
libro Va’ dove ti porta il cuore è stato tratto l‘omonimo film nel 1996 diretto
da Cristina Comencini con una commovente interpretazione di Virna Lisi nel
ruolo della nonna Olga, che ha segnato il percorso di molti giovani lettori,
avvicinandoli al mondo meraviglioso dei libri.
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