INCONTRIAMOCI IN GIARDINO




Il 2 e il 3 giugno 2018 si è svolta la manifestazione “INCONTRIAMOCI IN GIARDINO”, organizzata nel nostro paese dall’Associazione Parchi e Giardini Italiani in contemporanea con altri paesi europei, con l’obiettivo di fare conoscere al grande pubblico la sorprendente ricchezza artistica, storica, botanica e paesaggistica dei grandi giardini italiani.

Io con una combriccola assortita di amici, abbiamo aderito all’iniziativa, e cercando nella nostra zona quale giardino avesse aperto le porte ai visitatori, lo abbiamo trovato in quel di Camerino, il “paese mio che stai sulla collina” citato in una sua celebre canzone da Jimmy Fontana, illustre camerinese. Io nel mio piccolo, a Camerino mi sono laureata, e conoscevo già la storia dei Varano, signori della città, a cui dobbiamo la Rocca che ci siamo recati a visitare.



La Rocca d’Ajello, per l’appunto, ha deciso di aderire a questa iniziativa aprendo al pubblico i suoi giardini: Il Giardino della Rocca, che si estende lungo la facciata principale del castello; Il Giardino del Frutteto, che porta dal parcheggio al castello; Il Giardino Bianco e la Passeggiata

Se il Castello lo dobbiamo ai Varano, gli incantevoli giardini li dobbiamo credo alla cura e alla perizia, dimostrataci anche durante l’impeccabile visita guidata, di una degli attuali proprietari, Elisabetta Vitalini Sacconi, discendente di quell’Ortensio Vitalini che ne acquistò la proprietà nella seconda metà dell’Ottocento.



I Varano, per oltre trecento anni signori di Camerino, costruirono a difesa e controllo del loro territorio un formidabile scacchiere fortificato che si avvaleva di numerose costruzioni militari: rocche, torri e cinte fortificate. Fra il 1260 e il 1280 Gentile I da Varano fece edificare le due torri della Rocca d’Ajello, il cui nome deriva forse dalla parola “Agellus” (campicello). Erano torri di avvistamento, da cui si effettuavano collegamenti a vista con altre fortezze dello scacchiere e si controllava il vicino fiume Potenza, la conca del Palente e la gola che conduceva a torre Beregna, detta anche “Troncapassi”.

Gentile I da Varano


Nel 1382 Giovanni da Varano detto “Spaccaferro”, per contrastare le mire espansionistiche di Matelica e San Severino, realizzò una linea difensiva che si estendeva per circa 12 chilometri, da Torre Beregna, crollata in tempi recenti, alle bocche di Pioraco. Ne facevano parte le due torri di Rocca d’Ajello, Torre del Parco (detta “Torre del Ponte” in quanto difendeva il ponte sul fiume Potenza), il castello di Lanciano (trasformato in splendida villa con grande parco da Giovanna Malatesta, sposa di Giulio Cesare Varano, alla fine del sec. XV) e la torre Porta di Ferro a Pioraco, non più esistente. Le difese della linea erano costituite da fosse, terrapieni e da una sorta di cavalli di frisia la cui realizzazione richiedeva una grande quantità di alberi: da qui il nome di “Tagliata” o “Intagliata”. La trasformazione del complesso sarà portata a compimento nel 1475 da Giulio Cesare da Varano le cui iniziali figurano in un frammento di affresco ritrovato nella Sala d’Armi. Una delle sue figlie, Camilla Battista, di cui abbiamo potuto ammirare anche un ritratto nella galleria del castello, fondò il monastero delle Clarisse di Camerino e lasciò numerosi scritti di argomento religioso. È stata canonizzata il 17 ottobre 2010 da Benedetto XVI.

Camilla Battista


Nell’inventario dei beni dei Varano fatto redigere nel 1502 da Cesare Borgia, detto il Valentino e che diede fastidio un po’a tutti incarnando la spregiudicatezza del Principe teorizzato dal Machiavelli, il quale si impadronì anche dello stato di Camerino, Ajello è definito “Villa con Rocca”.

Dopo la fine della signoria dei Varano, a metà del ‘500, il castello passò allo Stato della Chiesa e quindi a varie famiglie fra cui i Massei e i Bruschetti. Nella seconda metà dell’Ottocento fu acquistato da Ortenzio Vitalini, ai cui discendenti tuttora appartiene.

La chiesa di San Biagio, antistante il castello, è una parrocchia della Diocesi di Camerino. Sorge sui resti di un’abbazia del IX secolo, dipendente dall’antica abbazia di Sassovivo a Foligno. Grazie alla sua presenza, e non solo a quella, vista la bellezza dei giardini e la sontuosità delle sale del castello, qui si organizzano matrimoni direi “da favola”. Chissà se è previsto l’uso di una carrozza per l’arrivo e la partenza degli sposi? Ci starebbe proprio bene!



Il giardino della Rocca, delimitato da mura merlate, è stato restaurato 25 anni fa mantenendo l’originale impianto all’italiana: 6 grandi aiuole cinte da siepi di bosso. Al centro una vasca ovale con pesci rossi e piante acquatiche, ai lati due antiche panchine in pietra con teste di leoni sormontate da archi di rose e clematidi. In primavera fioriture spontanee di violette, primule, ciclamini, anemoni, iris punteggiano i prati e le scarpate intorno al castello. Nel giardino a una prima fioritura di tulipani, narcisi e giacinti segue una profusione di rose antiche nei toni del bianco e del rosa, che ricopre le antiche mura con festoni dai delicati colori. Strettamente intrecciate alle rose salgono sui muri anche le clematidi azzurre e viola scuro. Nelle aiole con le rose troviamo anche cespugli da fiore, alti delphinium celesti e blu, peonie arboree ed erbacee. In estate e fino a novembre, ci ha spiegato la nostra gentildonna-guida, si susseguono le fioriture di ortensie, dalie e alti anemoni giapponesi dalle aeree corolle.



Un nuovo giardino è stato creato 15 anni fa nel vecchio frutteto terrazzato, lasciato a lungo in abbandono. Una scalinata ricostruita con traversine di legno, porta dal parcheggio al castello fra mille profumate corolle di fiorinei toni del giallo. Rose e clematidi rivestono le vecchie piante e tutto intorno, sui gradoni, arbusti, bulbose, nuovi alberi da frutto e meli da fiore. La parte in fondo, pianeggiante, è diventata un roseto per la produzione di rose da taglio e piante perenni usate per gli addobbi. Il giardino della Canonica, situato sotto la chiesa, ospita una collezione di dalie ordinate per colore, che in estate offrono una lunghissima e sorprendente fioritura in un’esplosione di forme e tonalità diverse. Lungo un viale sottostante che taglia a metà la collina è stato appena piantato un nuovo giardino di fiori bianchi, che raccorda fra di loro le varie zone del giardino permettendo una piacevole passeggiata fra i fiori.

Che dire, tra bellezze botaniche, architetture storiche, abbiamo scoperto un posto incantevole, non a caso scelto da molti per coronare la loro favola romantica. In un clima bucolico, privo di ogni contaminazione di modernità, si può costruire o ritrovare la pace! Enjoy the silence.





















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