COSE DELL'ALTRO MONDO



In questi ultimi tempi, vuoi anche per i fatti di cronaca e per tutto quello che si sta dicendo a destra e a manca, mi è tornato in mente un film, forse non particolarmente brillante, ma che comunque ha lasciato un segno positivo nella mia memoria; se ci si ricorda di un film, credo che qualcosa voglia dire. Comunque, ricordando solo il nome dell’attore protagonista, purtroppo l’età avanza, ieri ho compiuto anche gli anni tra l’altro, e dato che il film non è propriamente recente, per reperire il suo titolo, ho dovuto fare una breve ricerca in rete.

Trattasi della pellicola del 2011, con la regia di Francesco Patierno, dal titolo “Cose dell’altro mondo”. Nel film Diego Abatantuono, Valerio Mastrandrea e Valentina Lodovini.

Il film è una divertente commedia che affronta in maniera intelligente e sarcastica il tema dell’immigrazione. In realtà la commedia è liberamente ispirata dal film A Day Without a Mexican di Sergio Arau; anche loro sono da anni alle prese con queste dispute razziali.


In breve questa è la trama: ci troviamo in una città del Nordest d'Italia. L'immigrazione incide sul tessuto sociale. L'industriale Golfetto non la sopporta nella maniera più assoluta e scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia. Intanto fa ritorno a casa Ariele, un poliziotto con madre con Alzheimer e un tempo compagno della maestra Laura che ora attende un figlio da un africano. Un mattino però, dopo un fenomeno temporalesco anomalo, tutti gli extracomunitari e gli stranieri in genere scompaiono dal territorio. Bisogna arrangiarsi da soli.



Il debito con Un giorno senza messicani viene correttamente pagato sin dai titoli di testa. Perché l'idea di base è la stessa: là la California qui il Nordest, identica la sparizione. Ma mentre il film di Arau, usa i notiziari televisivi come filtro manipolatore degli accadimenti, in questo caso a farla da padrone è la visceralità più becera. Ad esempio è Golfetto che una sera in onda in tv con un suo discorso, in maniera becera chiede che tutti gli extracomunitari tornino ai loro paesi, arrivando a invocare "uno tsunami purificatore" nei loro confronti. Per non parlare di quando lo si sente blaterare di cammelli e stati africani inesistenti; il film di Patierno trova la sua forza proprio nell'ignoranza che pervade il tessuto sociale traducendosi talvolta in violenza e che viene perfettamente esemplificata dal personaggio del taxista.



Cose dell'altro mondo affronta il discorso della necessità della presenza degli immigrati per la stessa sopravvivenza del trend di vita proprio di coloro che più ne contrastano la presenza. Lo fa con i toni della commedia alternando la disinibita irruenza di un Abatantuono con la levità surrealmente efficace di Valerio Mastandrea, il quale interpreta un personaggio che si muove in una sorta di tempo sospeso in cui il compito primario sembra essere il reagire e non l'agire. L'esito è divertente e interessante. In più occasioni nella storia del cinema (e non solo) la commedia è riuscita a far arrivare a un vasto pubblico delle idee che il dramma o la riflessione 'alta' avrebbero costretto nella ristretta cerchia dei già convinti.

Ricordiamoci che si tratta sempre di una visione cinematografica della questione, cioè del modo di vederla di un libero pensatore, e che vale sempre la pena confrontarsi con le opinioni e i pensieri altrui; guardate il film, molto attuale credo, e poi riflettete e dite la vostra. Ma non prima di esservi davvero confrontati con questo pensiero, infondo un paio d’ore per vedere un film cosa sono?



Se poi lo avete già visto come me, e a suo tempo vi ha strappato una risata senza lasciarvi altro, pazienza. Non tutto riesce ad arrivare a tutti; ma io penso, che sotto sotto, questo film non lasci indifferente nessuno, ma magari preferisce dire “è solo un film”.

Evviva i film, le canzoni, i libri, le poesie, le commedie e tutto il resto, che sempre riusciranno a comunicare qualcosa, perché il mondo ha bisogno anche di questo.

Forse non c’entra, non so, ma qualcuno mi ha ricordato ultimamente che nascere da questa parte del mondo e non nell’altra, in quella ricca e “civilizzata” invece che in quella povera e “arretrata”, non è stato un merito ma solo culo, un gran culo.

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