UNA PELLICOLA DI RICORDI



Con le lacrime che mi rigavano il viso e il capo sul cuscino,
provai a chiudere gli occhi, ma invece di venirmi sonno,
fui invasa da mille e più ricordi assordanti nella testa.
Centinaia di fotogrammi, che avevano mio fratello per
protagonista indiscusso, cominciarono a essere proiettati
nella sala cinematografica del mio cervello; tutti ricordi
bellissimi che mettevano in risalto che ragazzo meraviglioso
fosse stato e che uomo buono fosse diventato.
Chissà perché la morte, questo misterioso trapasso, ha
un effetto per così dire purificatore sulle persone?
Credo che tutti in fondo se lo chiedano, anche se ipocritamente
fanno finta di niente. Come se tutte le colpe e gli errori
commessi in vita, in quanto terreni, rimanessero qua
sulla terra a consumarsi con il corpo, mentre l’anima si librasse
pura e limpida, portando con sé solo la nostra parte
buona.
Un episodio in particolare ricordai: quando da piccola, in
uno di quei momenti in cui i bambini affrontano impauriti
il tema della morte e dell’aldilà, mio fratello seppe consolarmi.
Forse era in occasione della morte della mia nonna paterna,
o meglio quando scoprii che fosse morta, visto che
tentarono in ogni modo di celarmelo, data la mia età; avevo
all’incirca sette anni.
Alla luce delle considerazioni appena fatte, sulla beatificazione
dei defunti, non mi venne alla mente il fatto che mi
terrorizzò con racconti di vermi e scarafaggi, con il più bieco
sadismo proprio della maggioranza dei fratelli maggiori
che giocano a fare gli dei con quelli più piccoli.
No, proprio no. Ricordai soltanto la dolcezza e la tenerezza
del mio fratellone, che in quella circostanza per tranquillizzarmi,
mi disse che, in quanto più grande, sarebbe
morto sicuramente prima di me e che una volta dall’altra
parte, mi sarebbe apparso in sogno per raccontarmi e descrivermi
ogni cosa, così avrei potuto prepararmi con coscienza
al mio trapasso avendo saputo tutto su quello che
mi aspettasse.
I fratelli maggiori hanno sempre ragione; è andata proprio
come diceva lui! Se n’è andato prima di me. Troppo prima
però; avrebbe potuto aspettare ancora un po’ prima di
andare a vedere di cosa si trattasse per passarmi le informazioni.
In fondo io non avevo nessuna fretta.
Ora aspetterò ogni sera che in sogno si faccia vivo, proprio
come mi aveva promesso da bambina.
Insomma tra questo ed altri pensieri, Morfeo non voleva
proprio venire a prendermi tra le sue braccia. Finalmente
arrivò e potetti dormire un po’ prima di quella che con molta
probabilità sarebbe stata la giornata più lunga della mia
vita fino a quel momento.

Estratto dal mio romanzo "Mai via da te" clicca qui

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