UN PRESENTE SCONVOLTO



Una vita anche quando sembra tranquilla, può essere sempre sconvolta da eventi inattesi; bisogna essere sempre pronti ad affrontarli.

Capitolo Secondo





Gli anni trascorrevano serenamente in casa di Antonio e gli affari prosperavano addirittura.

Insieme a suo cognato, Salvatore, ora gestiva ben tre caffetterie; aveva voluto ingrandirsi, tentando il grande salto, coinvolgendo nel progetto il fratello di sua moglie, che si era dimostrato un collaboratore valido e capace.

La famiglia poi, si stava pian piano allargando, come il ventre di Maria.

Dopo dieci anni dalla nascita del loro primo genito Francesco, era nuovamente incinta. Antonio era strafelice; non avrebbe mai pensato che la vita avrebbe potuto sorridergli così tanto dopo un così non facile inizio.

Dopo tutto quello che era stato il suo passato, il presente si presentava bellissimo; come avrebbe potuto deluderlo il futuro?

Ormai quell’uomo era diventato il ritratto della positività: non importavano gli ostacoli che aveva dovuto superare e le sventure che gli erano piombate addosso; lui ce l’aveva fatta a superare tutto indenne, anzi più che indenne, e per questo poteva considerarsi sì bravo, ma anche fortunato.

Chiunque altro al suo posto non avrebbe fatto altro che rimuginare sui torti e le ingiustizie subite; Antonio no, aveva imparato a superare le prove della vita guardando dritto, perché il passato deve solo insegnarti a vivere meglio il tuo presente, proiettandoti in avanti, non certo rallentarti grazie a zavorre cariche di rancori e risentimenti.

Così avrebbe cresciuto i suoi figli, con entusiasmo e ottimismo.

La nascita del suo secondo figlio, portò una ventata di freschezza a quella già collaudata armonia familiare.

Antonio volle chiamarlo Vittorio, perché sentiva di aver finalmente vinto la sua partita contro il destino; non sapeva che i giochi sono sempre aperti fino alla fine.

I suoi figli crescevano forti e audaci, come lui aveva voluto.

Per Francesco, il maggiore, era ormai venuto il tempo che prendesse un suo ruolo negli affari di famiglia, ma da subito si mostrò inadatto a quel mondo, forse per la sua ingenuità e superficialità.

Il padre aveva tentato più volte di infondergli il suo stesso senso degli affari, ma il ragazzo viveva tutto come un’imposizione, quasi come un peso da cui liberarsi.

Mentre Vittorio, sebbene molto più piccolo del fratello, fantasticava continuamente col padre su come sarebbe stato bello un domani quando avrebbe potuto lavorare anch'egli nell’azienda familiare insieme a loro. Anche se Antonio amava tantissimo in egual misura i due figli, si sentiva molto più affine a Vittorio, nel quale si ritrovava, scoprendo quello stesso entusiasmo che sempre anch’egli aveva posseduto fin da bambino. Francesco invece, anche se era un caro e amorevole giovanotto, aveva un carattere apatico e indifferente quasi a tutto; le uniche cose che non lo lasciavano indifferente, erano il lusso e la vita comoda.

Antonio sperò e pregò sempre, che quelle sue preferenze, non lo portassero mai a fare scelte sbagliate. Col tempo, infatti, e con l’aiuto della benevolenza paterna, anche Francesco aveva assunto il suo ruolo di uomo d’affari, decidendo di conseguenza anche di prendere moglie e di mettere su famiglia; forse semplicemente perché la sua fidanzata di turno era rimasta incinta.

In segno di rispetto verso suo padre, che gliele faceva passare tutte, chiamò suo figlio Antonio.

Sembrava che tutto procedesse tranquillamente come sempre; la felicità per l’arrivo del primo nipotino, ed anche il lavoro, finalmente al fianco dei suoi due figli, visto che Vittorio era ormai diventato un giovanotto sveglio e capace.

Peccato che anche qualcun altro avrebbe reclamato la presenza del suo più giovane figliolo.

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