UN NUOVO INIZIO


Un nuovo inizio a volte è necessario e può fare miracoli; azzerare le cose sbagliate che ci sono capitate nella vita, senza accanirci a proseguire verso una strada che non è la nostra, non è da sconfitti. Abbandonare non sempre è ammettere una sconfitta, ma anche riappropriarsi di una possibile vittoria.






Capitolo Diciassettesimo





Ci sono momenti in cui si sperimenta il vuoto, si ha come la sensazione di essere appena entrati in una grande stanza spoglia dove il solo rumore è l'eco dei propri passi. Si perde l'orientamento perché le pareti sono tutte uguali e non c'è nessun mobile o elemento di arredo a cui appigliarsi.

È in quel preciso momento che bisogna socchiudere gli occhi, fare un lungo respiro, riaprirli e iniziare ad immaginare come dipingere quelle pareti, come arredare quella stanza per renderla vivibile e adatta alle proprie esigenze.

Se l'universo ci offre il vuoto è per riempirlo di cose nuove, perché in quel momento è ciò di cui abbiamo bisogno.

Il vuoto non è sempre buio, negatività, solitudine, ma anche possibilità di nuovi colori... più vivaci e freschi, facendo entrare nuova luce nella stanza.

Questo è quello che Antonia avrebbe dovuto fare col proprio vuoto, quel vuoto scaturito dalla separazione dal marito e dall’aver messo in discussione tutta la sua vita.

Era ora di riunire le forze e di crearsi una nuova esistenza, guardando a quel totale azzeramento non come a una cosa negativa, ma come a un’occasione inaspettata del destino, a una seconda possibilità per fare meglio, senza dimenticare però i punti fermi della sua vita, i suoi figli, e quel fratello ritrovato che aveva imparato ad amare tanto e con il quale stava condividendo ormai tutta la sua quotidianità.

Proprio con lui aveva in mente di dare inizio a quella che sarebbe stata un’ardita manovra nelle loro vite. Ricominciare tutto da capo.

Annullare tutto quello che di brutto aveva dato loro la sorte, rispondendo a quelle carte inattese con un cambio gioco che avrebbe potuto riequilibrare la partita.

In fondo Antonia aveva pensato che anche a Giampaolo avrebbe fatto bene cambiar aria, cambiar vita; dopo la morte del padre, era incastrato in un lavoro che da tempo non lo entusiasmava più, avendo riscoperto la sua vecchia passione per la musica, e per di più, la vicinanza di sua madre adottiva non gli avrebbe mai fatto trovare il coraggio di gettare completamente la maschera e vivere la sua sessualità alla luce del sole.

Per quanto la riguardava, la sua di madre, le stava dando l’ennesima delusione, rimanendo al fianco di Pino, sia al lavoro che a casa.

E pensare che non avrebbe esitato a ricominciare altrove portandola con sé; dopotutto dopo i suoi figli e Giampaolo era l’unico affetto che le rimaneva.

Ora più che mai le veniva su tutto il rancore per Vittoria: per quel padre negato rimasto nell’oblio, per quegli anni orrendi in collegio, per essere stata lasciata sola, appena ragazzina, ad accudire e vedere la sua amata nonna spirare. Troppe cose le aveva perdonato, ma ora quest’ultimo tradimento, aveva fatto riemergere dolorosamente tutti quei ricordi.

Non avrebbe più avuto la forza di difenderla agli occhi di Giampaolo, per il quale rimaneva solo una donna che aveva dato via un figlio piuttosto che un altro facendo la conta.

Già, come difenderla, ora che era diventata indifendibile anche ai suoi di occhi!

Erano passati solo pochi mesi dalla definitiva separazione da Pino, ma già in quei mesi sua madre seppe far sentire il suo silenzio.

Pino invece non si rassegnava, perseguitava lei e i bambini, che sia lei che Giampaolo avevano sempre sotto controllo costantemente, per scongiurare qualsiasi pazzia di suo marito.

Da quando poi aveva ricevuto anche una lettera dall’avvocato a cui Antonia si era rivolta per ottenere la separazione legale, era come impazzito.

Aveva l’aspetto sempre più trascurato, a momenti quasi sudicio; al ristorante non si faceva ormai più neanche intravedere e quando non si intratteneva con i suoi soliti compagni di bisboccia, occupava il tempo a pedinare e spiare Antonia.

Da tutta quella situazione insopportabile, Antonia una sera trasse fuori l’idea un po’azzardata di fuggire via.

Ma non era un semplice scappare da una situazione scomoda, ma il desiderio di crearne una nuova, in cui poter di nuovo vivere serenamente, anche per il bene dei suoi figli.

Non avrebbero dovuto subire il destino, come avevano fatto tutti i loro ascendenti, e come ancora stava facendo la loro madre Vittoria, incapace di prendere una posizione decisiva contro Pino al fianco di sua figlia, che le desse in quel momento un po’di dignità.

Loro sarebbero saliti in sella e avrebbero domato il loro puledro impazzito, riportandolo sul percorso più giusto per loro.

Giampaolo, all’inizio stupito e perplesso da quei discorsi della sorella, sembrò poi accarezzare l’idea di questo nuovo inizio.

Avrebbe venduto l’azienda paterna e dopo aver diviso il ricavato con sua madre Francesca, con la sua parte avrebbe potuto far fronte alle spese per un eventuale trasferimento.

Cercare un nuovo lavoro non lo spaventava, e nel tempo libero avrebbe ricominciato a suonare, magari sarebbe potuta diventare più che una passione quella per la musica.

Anche Antonia pensò di riprendere il suo lavoro di sarta, era passato tanto tempo, ma lei aveva un gran talento, non le sarebbe stato difficile ricominciare e trovare qualcuno che l'assumesse.

Giampaolo pensò anche che lontano da casa, contornato da gente nuova, avrebbe potuto vivere nel modo in cui voleva, senza costruirsi quel personaggio che da sempre aveva dovuto interpretare, con o senza consapevolezza.

Avrebbero scelto una città più emancipata, con una mentalità più aperta e meno provinciale, dove una coppia di fratelli, lui omosessuale, lei separata con prole al seguito, non fosse stata vista con stranezza, ma come una delle tante realtà che esistono al mondo.

Estratto dal mio romanzo L'inatteso clicca qui





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