TRA STORIA E LEGGENDA


TRA STORIA E LEGGENDA

 

 


 Ad Arquata del Tronto esiste una bellissima ed antichissima Rocca, risalente addirittura all'XII secolo circa, che domina e sovrasta l'intera vallata del Tronto. Edificata in pietra arenaria locale ha subito, nel corso degli anni, una serie di modifiche e di ampliamenti che si sono protratti fino al XV sec. con lo scopo di incrementare la difendibilità del luogo. Purtroppo innumerevoli sono anche i danni riportati dalla Rocca nel tempo dai terribili terremoti che da sempre massacrano quella zona; da ricordare quello del 1703, particolarmente devastante.
La storia della Rocca è anche legata alla figura della Regina Giovanna II d’Angiò che qui soggiornò. Venne incoronata Regina del Regno di Napoli nel 1414 da Papa Martino V e regnò fino al 1435, anno della sua morte. Dimorò nella Rocca di Arquata tra il 1420 ed il 1435; essa la utilizzava come residenza nel periodo estivo e come punto di sosta durante i suoi spostamenti. La Regina era chiamata anche la dissoluta, la cacciatrice di uomini, l’insaziabile, ma soprattutto era denominata “la pazza” per essersi più volte macchiata del peccato della lussuria. Sto parlando della stessa regina di cui si narra, sempre secondo la leggenda, che facesse divorare i suoi malcapitati amanti raccolti tra la plebe, da feroci coccodrilli fatti venire dall' Africa, posti sotto una botola segreta della sua residenza napoletana (Castel Nuovo o Maschio Angioino, attualmente in piazza del Municipio a ridosso del porto di Napoli). Per quanto riguarda la residenza estiva di Arquata, sembra che neanche lì la regina riuscisse ad appagare le sue brame sessuali. Il racconto che si tramanda narra che la sovrana era solita attirare i giovani pastori nella sua stanza posta in cima alla torre più alta con la promessa di una notte d’amore. Se insoddisfatta delle prestazioni la Regina non esitava a far appendere alla torre il malcapitato. Si narra che durante le notti d’estate, nei pressi della fortezza, si possano ancora udire i lamenti del fantasma della sovrana che si aggira nel castello, dimostrando ancora oggi di possedere quella indomabile irrequietezza che contraddistinse la sua esistenza.
 Il 19 di agosto di ogni anno si svolge la tradizionale manifestazione la “Discesa della Regina Giovanna”, in cui si ricorda la presenza della Sovrana. Si tratta di una rievocazione storica in costume medievale dove i figuranti discendono dalla fortezza e, percorrendo le strette vie del borgo, giungono fino al centro del paese. Il corteo è aperto dai musicisti che con i loro tamburi annunciano l’arrivo della sovrana, seguita dai paggetti che le sostengono lo strascico dell’abito e dalle dame di corte. A questi si aggiungono damigelle, notabili, soldati, arcieri, sbandieratori, giullari e pastori. In piazza viene allestito per l’occasione un grande banchetto a base di pietanze medievali allietato da danzatori, musicisti ed artisti che propongono giochi di strada.
 Per concludere, da una napoletana marchigianizzata, felice di trovare sempre collegamenti storici, segno di un legame antico tra queste due regioni che in un modo o in un altro fanno parte del mio vissuto, del mio vivendo e del mio vivrò, un grande augurio per quelle zone che stanno vivendo un periodo difficile, memore anche del terribile terremoto nel 1980 dell’Irpinia che ho vissuto personalmente. Risorgi Marche!

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