STORIA DELLA DISUMANITA’
Qualche riflessione all’indomani dell’attentato al
Bataclan di Parigi (è passato del tempo, ma è ancora drammaticamente attuale)
In
questo momento storico siamo tutti addolorati e pieni d’angoscia per i tragici
episodi accaduti negli ultimi giorni; questo maledetto terrorismo che
attanaglia tutto il mondo.
Il
Santo Padre ha parlato di assoluta disumanità di costoro: allora cosa ci rimane
da fare oltre che piangere e sperare? Ho sentito molte persone in qualche modo
implicati in questi terribili atti terroristici dire” non avranno il nostro
odio”, “non ci faranno rinunciare a vivere” ….
Ieri
il sacerdote durante la messa ha chiesto a noi fedeli di pregare ognuno per un
terrorista, di farci carico di lui, perché le armi dell’amore e del perdono che
ci ha lasciato Gesù sono le uniche capaci di fermare tutto questo male; anche
se di diversa religione, questo è pressappoco lo stesso messaggio che ci ha
lasciato il grande Gandhi, con le sue proteste passive fatte di digiuni e
resistenza e non di violenza, all’insegna della forza straripante dell’amore.
Dopo
tutte queste belle parole, una sola continua a rimbombarmi nella testa:
DISUMANITA’, la parola che ha pronunciato anche il Papa durante il suo angelus.
Dunque,
addoloriamoci e disperiamoci pure, per questa brutta piega che hanno preso
queste persone, ma non stupiamoci più. Perché? Perché, siamo proprio sicuri che
tutto stia succedendo solo adesso, o comunque da qualche decennio? A parte
tutti i risvolti e retroscena storici che vanno ricercati molto indietro nel
tempo per quanto riguarda strettamente la questione terrorismo, abbiamo dato
uno sguardo serio ancora molto più indietro? Io l’ho fatto, e ciò che ho visto
non mi è piaciuto affatto: a volte invece di parlare della storia dell’umanità,
mi verrebbe di chiamarla storia della disumanità.
Tutto
è cominciato l’altra sera, mentre guardavo un documentario: il documentario era
appunto storico e esattamente parlava della morte di San Pietro e della nascita
della Basilica, che appunto si crede costruita sulla tomba del santo. Parlando
di questi argomenti, naturalmente erano presenti anche riferimenti alle
terribili persecuzioni cristiane all’inizio dell’età imperiale, ai tempi di
Nerone e dei suoi immediati successori per capirci. Tutti sappiamo più o meno
quello che succedeva a chi professava il cristianesimo a quei tempi, ma vedere
quelle ricostruzioni storiche è stato un pugno nello stomaco. I cristiani oltre
ad essere crocifissi, arsi vivi, torturati e fustigati rigorosamente in
pubblico, venivano dati in pasto ai leoni ed altre belve feroci, tutto sotto
gli occhi di un pubblico acclamante ed eccitato; questa non è forse disumanità,
che con i mezzi di allora fa un baffo all’ISIS? Io discenderei da questo popolo
di barbari, che si permettevano di chiamare barbari tutti gli altri non romani?
No grazie, da meridionale mi piace più gongolare delle mie radici greche fatte
di democrazia e filosofia. Tralasciamo questa mia considerazione personalissima
e facciamo qualche passo avanti e qualcuno indietro in questo viaggio di
DISUMANITA’.
Un
passo indietro: avete idea di quello che hanno subito gli ebrei a loro volta
quando furono ridotti in schiavitù dagli egiziani? Un passo avanti: e i
cristiani? Quegli stessi cristiani perseguitati fino alla morte dai romani,
sapete cosa fecero? Le crociate, una sorta di guerra santa per convertire gli
infedeli dell’islam, popolo a quel tempo di una tolleranza religiosa lodevole
con i propri conquistati, il tutto con tanto del beneplacito papale; guerra-santa…il
solo connubio tra queste due parole mi fa andare fuori di testa! E ritornando
agli ebrei, subito ci viene da pensare a quella triste parentesi storica che è
stata l’olocausto, ma non dovremmo neanche dimenticare di come anni più tardi
lo stato israeliano ha affrontato la questione palestinese.
Insomma
la nostra storia è piena di macchie infamanti indelebili: colonialismo e
schiavitù hanno distrutto il continente africano, spremendolo come un limone, e
ora che non è rimasto nulla da spremere lo lasciamo al suo destino, e per di
più non vogliamo neanche accogliere i suoi disgraziati figli. Per non parlare del cinismo assoluto con cui
alcuni politici parlano degli immigrati, la maggior parte povera gente che
prova anche una fuga suicida pur di scappare da guerre devastanti. Vogliamo
parlare dell’America? Se vi racconto di come i visi pallidi hanno trucidato
interi villaggi di pellerossa senza fare distinzione tra vecchi, donne e
bambini, usando i modi più agghiaccianti, vi provocherei conati di vomito.
E
tanti altri sono gli squallidi esempi, dal Vietnam alla grande guerra, dalle
grandi dittature sparse per il mondo alla guerra del golfo in nome dell’oro
nero, e senza andare lontano qui in Italia hanno unito la penisola facendo
ammazzare gli italiani tra di loro, in nome di un re che d’italiano non aveva
niente e alla prima occasione di pericolo un suo successore, durante la seconda
guerra mondiale ci ha abbandonati da vigliacco quale era.
Cosa
ci rimane da fare? Proprio non lo so…Se è vera la storia del libero arbitrio
che ci è stato donato, a volte vorrei che non l’avessimo mai ricevuto, perché
ci siamo mostrati profondamente indegni di gestire un così grande dono. Ma
forse lo sguardo deve andare oltre, riuscire a scorgere quel che di buono ci è
rimasto, quel manipolo di uomini che sono pronti ancora a sacrificare loro
stessi per il bene degli altri. Da qui deve partire la nostra speranza, senza
illusioni, perché bene e male coesisteranno sempre, e non potrebbe essere
altrimenti perché ognuno dei due è sorgente dell’altro, la sua reazione opposta
e contraria.
Cinzia Perrone
Cinzia Perrone
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