Era troppo grande la tentazione di scrivere qualcosa su questa giornata considerata storicamente infausta, allora ho fatto come suggerisce Oscar Wilde, cedendovi e basta.
Vogliamo
partire dalle origini di questa antichissima superstizione? Sono sicura che
ognuno di voi ne sa qualcosa, ma le voci nel coro sono davvero tante e nemmeno
armonizzate tra loro.
Iniziamo
col dire che non vale la stessa cosa dappertutto e che le cose sono cambiate
col tempo; in Italia in realtà la tradizione ci fa temere venerdì
17, mentre nei paesi di lingua spagnola e di cultura greca il giorno è martedì
13, ma la globalizzazione ha uniformato un po’ le cose.
Varie
quindi sono le tradizioni che hanno dato origine alla superstizione. Anche per
gli anglosassoni il giorno non propizio è il 13, mentre come abbiamo detto
prima, per i latini, tra cui noi, il 17. La costante sembrerebbe essere invece
il venerdì: il giorno evocativo della morte di Cristo, specialmente per la
cultura cristiana.
Solo
una superstizione, certo, ma il fatto che sia ancora in circolazione non è
certo merito della fama riflessa dalla saga slasher. L’influenza del venerdì 13
sulle nostre vite è stata presa molto seriamente. Basta guardare gli studi
scientifici (non tutti satirici) che sono stati dedicati a studiare i suoi
presunti effetti sui mercati azionari, sul traffico e addirittura sulla salute.
Secondo una stima spesso citata (ma ora abbastanza datata) la paura del venerdì
13 potrebbe mangiarsi fino a 900 milioni di dollari. Le persone superstiziose
tenderebbero infatti a non viaggiare o acquistare prodotti in queste giornate.
Come
ho detto prima c’è una certa pluralità e confusione riguardo alle origini di
questa superstizione, e spesso le spiegazioni più popolari non sono le stesse
degli studiosi di folklore.
In
particolare si tende a far risalire la origini della fama funesta di venerdì 13
a un preciso episodio storico accaduto secoli fa: l’arresto dei cavalieri
templari del 13 ottobre 1307. Neanche a dirlo, la teoria è diventata mainstream
grazie al puntuale intervento dello scrittore Dan Brown, che la racconta ne Il
Codice da Vinci (2003).
Un’altra
spiegazione sull’associazione tra il numero 13 e la sfortuna ha origini
antiche: lo storico greco Diodoro Siculo (I secolo a. C.) riferisce che Filippo
II (IV secolo a. C.), re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, fu ucciso da
una sua guardia del corpo dopo aver fatto mettere una propria statua accanto a
quelle delle dodici divinità dell’Olimpo (la morte sarebbe stata la conseguenza
di questo “sgarro” agli dèi). Ma forse la diffidenza verso il 13 risalirebbe
addirittura alle più antiche concezioni astrologiche assiro-babilonesi (dove il
12 era numero sacro perché facilmente divisibile). Proprio il fatto che il 13
viene dopo il 12 avrebbe assicurato a questo numero la fama di portasfortuna.
Quindi,
sembrerebbe che per spiegare interamente la faccenda bisognerebbe scomporre il
fenomeno nelle sue componenti.
Venerdì
sciagurato
La
Crocifissione avvenne di venerdì e al quinto giorno della settimana sarebbero
collegati altri eventi infausti della mitologia cristiana, dalla cacciata
dall’Eden al Diluvio universale. Forse è per questo che consideriamo il venerdì
un giorno sfortunato, ma è difficile da stabilire. Quello che è certo è che
nella letteratura occidentale il venerdì sfortunato compare dal XVII secolo,
anche se Snopes segnala una citazione nei Racconti di Canterbury che risale al
XIV secolo. Da allora il venerdì è stato considerato un giorno nel quale certe
attività devono essere evitate, dal varo di una nave al raccolto, dall’inizio
di un viaggio al parto. L’eccezione è naturalmente offerta da un particolare
ricorrenza: il Venerdì Santo, che in quanto tale non può essere che di buon
auspicio.
Il
numero maledetto
Il
numero 13 in italia è fortunato (con l’eccezione dei posti a tavola) ma siamo
un’anomalia rispetto a gran parte del mondo. Anche in questo caso si tratta di
una superstizione che ha effetti tangibili intorno a noi. Molti edifici non
hanno il 13esimo piano, o meglio il piano c’è, ma non è segnalato
sull’ascensore e viene promosso a 14esimo. Lo stesso stratagemma vale per le
stanze, e anche per le file dei posti a bordo di alcuni aerei.
Le
teorie sulla nascita di questa superstizione si sprecano, alcune le ho già
citate. Secondo una delle più divertenti gli uomini primitivi contavano solo
fino a 12, cioè con le dieci dita delle mani più i due piedi. Dal 13 in poi
quindi per i nostri antenati ci sarebbero state le colonne d’Ercole. Più
seriamente, in diversi testi sacri il 13 sembra non essere particolarmente
fortunato, per esempio l’ultima cena di Gesù Cristo contava 13 a tavola, e non
è finita benissimo, anche se secondo la religione quello di Cristo era un
destino già scritto e scelto.
Secondo
altri si tratterebbe di una accoppiata molto più recente quella tra il numero tredici
e la giornata di venerdì, che ha fatto crescere in maniera esponenziale questa
ossesione.
Il
mito del venerdì 13 compare infatti non prima del XX secolo, forse addirittura
grazie all’aiuto di un best-seller intitolato appunto Friday the Thirteenth
(1907). Scritto dallo speculatore Thomas Lawson, il romanzo parla del tentativo
di un affarista senza scrupoli di far crollare la borsa nella fatidica data.
Un’altra teoria interessante, ma al pari delle altre piuttosto speculativa, è
che la responsabilità di aver sposato le due superstizioni sia di un gruppo di
debunker dell’epoca. Nel 1881 era infatti nato a New York il primo Club 13, un
gruppo di signori che volevano cancellare le superstizioni dalla faccia della
Terra ridicolizzandole. Per questo si riunivano in 13 a tavola e si
intrattenevano rompendo specchi, rovesciando sale ecc… Gli incontri si tenevano
il 13 del mese, e quando questo cadeva di venerdì la festa dei debunker sarebbe
stata ancor più movimentata e pubblicizzata. Dal 1882 infatti anche il venerdì
sfortunato era entrato nel mirino dell’ormai famosa associazione, facendo
sospettare di un loro ruolo nella successiva nascita del mito del venerdì 13.
Niente
da fare, invece, per i Templari. È vero che venerdì 13 ottobre 1307 furono
arrestati diversi membri dell’ordine più amato dai complottisti e dagli
sceneggiatori, ma il legame tra questo episodio e la fama del venerdì 13 non ha
nessuno riscontro storico. Se infatti fosse questo l’episodio che ha
cristallizzato la superstizione, non si spiegherebbe come mai fino al secolo
scorso la parascevedecatriafobia fosse del tutto sconosciuta…
Altra
spiegazione del perché venerdì 13 porta sfortuna fatta risalire niente di meno
che alla mitologia scandinava: c’erano 12 semidei e poi arrivò il tredicesimo,
Loki. Ma era crudele con gli uomini: da qui il 13, in quelle terre, è divenuto
segno di malaugurio.
La
distinzione tra giorni positivi e negativi era già nota alla tradizione romana,
dove si distingueva fra dies fasti (in cui si poteva amministrare la giustizia)
e nefasti. Il martedì era “sfortunato” tra i Romani perché dedicato a Marte,
dio della discordia. Allo stesso modo, si credeva che i figli concepiti di
venerdì avrebbero avuto una vita difficile e che gli anni bisestili che cominciavano
in questo giorno sarebbero stati catastrofici (né di Venere né di Marte…).
Spesso
accade che i ciclisti a cui viene assegnato il numero 13 lo indossino al
contrario per annullarne la cattiva fama.
Non
è solo l’accostamento all’Ultima cena e alla mitologia nordica a rendere il 13
«antipatico». Viene dopo il perfetto 12, perfetto come le fatiche di Ercole e
le tribù di Israele. Il venerdì è anche il giorno in cui in Gran Bretagna si
facevano le impiccagioni. Tutte coincidenze. Il 13 è considerato negativo anche
perché associato alla donna e al suo ciclo, legato ai mesi lunari che sono 13 e
non 12.
Quindi
sarebbero pure casualità, ma, come in molte altre date, ci sono fatti storici
avvenuti tutti di venerdì 13. Era un venerdì 13 anche quello in cui Filippo il
Bello, re di Francia, ordinò l’arresto dei Cavalieri Templari. Sempre nella
stessa data, era il mese di settembre del 1940, i nazisti bombardarono
Buckingham Palace. Un ciclone colpì il Bangladesh il 13 novembre del 1970. Era
venerdì come il 13 ottobre del 1989, uno dei venerdì nero delle Borse. Era
venerdì 13 novembre del 2015 a Parigi il giorno del Bataclan.
Se
non ci si lascia convincere da miti e superstizioni un venerdì 13 può portare
innumerevoli vantaggi. Le cose fatte nelle giornate in cui nessuno si vuole
esporre ai rischi della sorte costano meno. Maggiore è l’offerta, minori sono i
prezzi. Vale per i matrimoni come per i viaggi. Il calcolo è fatto nel 2014, ma
vale anche oggi. Il sito Kayak vedeva i biglietti calare di 52 sterline, da 233
a 181 per un volo interno di andata e ritorno in Gran Bretagna. Lo stesso
valeva per Francia, Austria e Svezia, proprio con gli svedesi a fare la figura
dei più superstiziosi con biglietti che scendevano di 89 sterline. Se c’è poi
chi non esce di casa, il traffico diminuisce e con questo il rischio di
incidenti.
Confusi,
scettici? Preferite il motto di Peppino De Filippo “Non è vero…ma ci credo”?
Comunque
sia buona giornata.
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