Padre, papà.
Andiamo
con ordine. Esiste un uomo, un carpentiere, che ha accolto, amato e protetto la
famiglia che il Signore letteralmente gli ha dato.
Esiste
il pater familias, quello che ha
finanche il diritto di vita e di morte, vitae
necisque potestas, sui membri della stessa.
Esiste
la legge che permette secondo natura a chiunque di generare, quindi di
diventare genitore, si badi che uso questo termine, perché solo il futuro
dimostrerà se ci troviamo davanti anche ad un padre o a una madre degni di
questo nome.
Esiste
chi secondo natura non può generare, per una serie di motivi, ma sente di poter
essere un padre o una madre pienamente adempiente nel prendersi cura di un
potenziale figlio; la stessa legge, di cui prima, per un’altrettanta serie di
motivi, non glielo permette neanche per altre vie.
La
ricorrenza della festa del papà è prima di tutto ricorrenza civile, ma nei più
è celebrativa di quel modello di padre che ha incarnato proprio Giuseppe, il
padre putativo di Gesù; motivo per il quale in Italia, paese sostanzialmente
cattolico, si è scelta la data in cui si festeggia per l’appunto il Santo; diffusa
anche in altre aree del mondo, la festività può infatti avere date diverse da
Paese a Paese.
Le
date più comuni comunque sono due: in Paesi di tradizione religiosa cattolica
(come l’Italia), ad esempio Spagna e Portogallo, la festa è celebrata il 19
marzo per l’appunto, giorno associato dalla Chiesa a san Giuseppe; in molti
Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno come in Francia,
nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
La
festa del papà nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa
della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale.
La
prima volta documentata in cui fu festeggiata sembrerebbe essere stato il 5
luglio 1908 a Fairmont, presso la chiesa metodista locale.
Successivamente,
la signora Sonora Smart Dodd volle sollecitarne l'ufficializzazione;
probabilmente senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont,
ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909,
ella organizzò la festa per la prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane. La
festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il
compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione
americana.
In
alcuni Paesi la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in
Russia, dove è celebrata come la festa dei difensori della patria, e in
Thailandia, dove coincide con il compleanno del defunto sovrano Rama IX, venerato
come padre della nazione.
San
Giuseppe, in quanto archetipo del padre, nella tradizione popolare protegge
anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati. In accordo con ciò, in
alcune zone della Sicilia, il 19 marzo è tradizione invitare i poveri a pranzo.
In altre aree la festa coincide con la festa di fine inverno: come riti
propiziatori, si brucia l'incolto sui campi da lavorare e sulle piazze si
accendono falò da superare con un balzo.
Come
ogni festa che si rispetti, ha anche i suoi dolci tipici, in diverse varianti regionali,
ma per lo più a base di creme e/o marmellate, con impasto simile a quelle dei
bignè o dei krapfen. A Roma sono chiamati Bignè di San Giuseppe e vengono
tradizionalmente preparati fritti, sebbene attualmente sia diffusa anche la
cottura al forno.
Esemplare
è il dolce napoletano, che prende il nome di zeppola di San Giuseppe. Secondo
la tradizione, infatti, dopo la fuga in Egitto, con Maria e Gesù, san Giuseppe
dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera.
Sono realizzate con pasta simile ai bignè, di forma schiacciata, e possono
essere fritte o al forno; al di sopra viene posta di norma crema pasticcera e
marmellata di amarene.
In
Toscana e in Umbria è diffuso come dolce tipico la frittella di riso, preparata
con riso cotto nel latte e aromatizzato con spezie e liquori e poi fritta.
Nell'Italia
del nord, invece, dolce tipico della festività è la raviola (piccolo involucro
di pasta frolla o pasta di ciambella richiuso sopra una cucchiaiata di
marmellata, crema o altro ripieno, poi cotta al forno o fritta).
In
Sicilia sono presenti diversi tipi di dolci consumati specialmente durante
questa ricorrenza, come ad esempio le Sfince di San Giuseppe; inoltre, tipici
della tradizione catanese e diffusi in tutta l'isola, sono i dolci fritti a
forma di tocchetti o bastoncini a base di riso, aromatizzati con buccia
d'arancia e miele, noti come zeppole di riso o crespelle di riso.
Per
concludere, dopo qualche riflessione, cenni storici vari, curiosità, tradizioni
e delizie pasticciere, voglio augurare una buona festò del papà a tutti…ed io
la zeppola la preferisco rigorosamente fritta! Non per niente San Giuseppe a
Napoli è anche il protettore dei friggitori, non solo perché secondo leggenda
si cimentò egli stesso in questo tipo di cottura, ma perché si sa, a Napoli la
frittura è un’arte in odore…di santità.
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