Se c’è una storia che ha appassionato e commosso i lettori di ogni epoca ed età, è certamente quella di Argo, il fedele cane di Ulisse.
Una storia che racconta il profondo amore tra cane e uomo, centrale in un’opera come l’Odissea che è considerata uno dei massimi capolavori della letteratura di tutti i tempi.
L’antica Grecia non era affatto estranea a questo tipo di argomento e Argo non è l’unico cane di cui si parla nella letteratura.
Non è un caso che gli antichi greci raccontassero spesso di vicende legate ai cani, perché il cane in qualche modo era considerato una creatura divina.
Secondo la mitologia greca, infatti, i cani erano stati creati dal dio Vulcano e per questo erano dotati di straordinarie caratteristiche.
Quando dopo vent’anni Ulisse finalmente riesce a tornare a Itaca, si camuffa da mendicante, tanto da non esser riconosciuto neanche dagli amici più cari.
Ed è qui che entra in gioco il fedele compagno a quattro zampe dell’eroe greco, che ormai è vecchio e acciaccato: «Ivi il buon cane,/Di turpi zecche pien, corcato stava».
A questo punto avviene l’incredibile: il vecchio e stanco Argo senza esitare un attimo riconosce subito l’amato padrone.
È l’unico in tutta l’isola a riconoscerlo, l’unico che alla vista di Ulisse trema dalla gioia di aver ritrovato dopo così tanto tempo il suo più caro amico.
Così, nonostante gli acciacchi della vecchiaia, Argo inizia a fare le feste per quanto il suo corpo ormai provato gli consenta.
«Com’egli vide il suo signor più presso,/E, benché tra quei cenci, il riconobbe,/Squassò la coda festeggiando, ed ambe/Le orecchie, che drizzate avea da prima,/Cader lasciò; ma incontro al suo signore/Muover, siccome un dì, gli fu disdetto».
Uno dei momenti più toccanti della letteratura di tutti i tempi, una favola che però non è destinata ad avere proprio un lieto fine.
In quel momento di estrema gioia, dopo aver aspettato così a lungo il ritorno del suo amato Ulisse, il cane Argo si lascia andare tra le braccia della morte.
E a Ulisse, felice e triste allo stesso tempo, non resta che asciugare una lacrima sul volto, l’unica che sia scesa dai suoi occhi da quando è tornato a casa.

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