Come mai, quando vogliamo bonariamente prendere in giro qualcuno non molto bravo in una certa attività ,gli si consiglia di "darsi all'ippica"?
Quando si considera una persona incapace di fare qualcosa... spesso il consiglio è: «datti all'ippica»! Per la verità è un'espressione che si usava tanti anni fa. Sono i nostri papà o, meglio ancora, i nostri nonni che dicevano a qualcuno davvero imbranato di darsi all'ippica.
Secondo l’Accademia della Crusca, “darsi all’ippica” è un invito a cambiare mestiere abbandonando quello che attualmente si svolge e nel quale non si è particolarmente bravi. E questo è anche l’uso corrente dell’espressione. Chissà quante volte davanti a un medico incompetente o a uno scrittore non proprio bravo o ancora dopo aver avuto a che fare con uno studente non troppo sveglio ci siamo chiesti perché non si dia all’ippica.
Ma dove nasce questo modo di dire, e quando?
Le origini dell’espressione vengono fatte risalire a due episodi.
UMORISMO NAPOLETANO
Secondo alcuni, "datti all'ippica" (ossia allo sport dell'equitazione) è un’espressione “inventata” dal poeta napoletano Giovan Battista Marino nel ’600: consigliava di darsi all’ippica ai poeti incapaci, secondo lui, di comporre versi intelligenti. A quell’epoca, infatti, lavorare nell'ambiente dei cavalli era considerato un mestiere umile.
ARROGANZA FASCISTA
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