Una pasta in solitaria



Che quando uno è solo in casa per il pranzo diventi pigro, è cosa risaputa.
Per quanto mi sforzi, questa specie di morbo prende anche me; difficilmente si riesce a contrastarlo.
Ma quella volta no!

Prima di ritrovarmi sconfitta a mangiare un tramezzino sciatto preparato con fretta indolente, avrei combattuto con tenacia la pigrizia in agguato.

Da dove cominciare esattamente non sapevo; un buon inizio, pensai, poteva essere apparecchiare con cura la tavola.
Volendo strafare decisi che mi sarei concessa un bel piatto di pasta, e che pasta: spaghetti alla carbonara! 

Chiunque sa che la carbonara esige il guanciale, ma poiché in frigo avevo solo la pancetta, non rinuncia al mio proposito, contravvenendo alla ricetta originale, in barba a tutti i puristi della cucina romanesca.
Avrei avuto il mio bel piatto di pasta alla carbonara, anche se con qualche licenza.

Il ricordo di quel solitario pasto, con tavola imbandita, fornello sporco, stoviglie da lavare, ancora adesso mi suscita gran soddisfazione. Ero riuscita a vincere quel senso di svogliatezza con la mia carbonara: la pasta che ha dovuto superare più ostacoli nell’intera storia culinaria mondiale.

Cinzia Perrone

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